Prima riunione del Comitato per l’istituzione dell’archivio storico del terremoto
Si sono riuniti ieri, nella sede della Regione a Udine, per la prima volta, i membri del Comitato per l’istituzione dell’archivio storico del terremoto che si sono confrontati sulla metodologia da utilizzare per realizzare un progetto unitario e coordinato di recupero, archiviazione, conservazione e valorizzazione della documentazione tecnico amministrativa delle opere della ricostruzione del sisma del ’76.
Presieduto dall’assessore regionale a Infrastrutture e Territorio, Graziano Pizzimenti, che ha rimarcato assieme al vicegovernatore con delega alla Protezione civile del Fvg Riccardo Riccardi, come “il fine ultimo sia quello di far comprendere cos’è stata la ricostruzione e come attualizzarla”, il Comitato si è interrogato sulla metodologia da adottare.
I membri del Comitato, che si ritroveranno fra un mese, dovranno indicare alla Giunta regionale gli indirizzi e gli eventuali criteri per selezionare il materiale da digitalizzare e rendere l’archivio storico del terremoto flessibile e fruibile con lo scopo di attualizzare l’esperienza della ricostruzione.
“Considerata la vastità del materiale esistente che presenta numeri importanti e complessi per la gestione – ha detto Pizzimenti, ricordando come per la sola Segreteria generale straordinaria del terremoto si contano 2792 scatole di atti – è necessario stabilire la linea da tenere su quanto e come dovremo archiviare. Diventa, dunque, necessario impostare dei criteri e su questo lavorerà il Comitato”.
Pizzimenti e Riccardi hanno evidenziato la necessità di organizzare gli atti per conservare la memoria del sisma senza tuttavia dimenticare un elemento rilevante, quello dell’utilizzazione attiva dell’esperienza.
“L’esperienza della ricostruzione va raccontata e resa attuale – hanno suggerito – ed il compito del Comitato, con le diverse anime che lo compongono, è di mettere insieme questo disegno”.
“Questo grande patrimonio di informazioni – ha rimarcato Riccardi – non deve essere rinchiuso in qualche stanza; bisogna fare tesoro di questa esperienza straordinaria sia dal punto di vista procedimentale che tecnico”.
Avviando la riunione, Pizzimenti ha voluto sottolineare il valore dell’attività “che sarà pluriennale, con un programma ambizioso e stimolante. Un’operazione – ha aggiunto – che richiederà risorse importanti ma necessarie. Il ruolo del Comitato sarà anche quello di dare gli indirizzi per l’attività di preparazione e gestione dell’archivio”. Ad evidenziare gli obiettivi della convenzione di ricerca fra la Regione e l’Università degli studi di Udine che ha dato avvio alla fase preliminare del progetto è stata Alessandra Gubana dell’ateneo udinese, ricordando in primis il riordino dell’archivio e la digitalizzazione della documentazione presente a Gradisca e il progetto culturale di un archivio storico della ricostruzione che prenda in considerazione non solo gli aspetti tecnici e progettuali ma anche tutte le informazioni su quanto accaduto durante la ricostruzione: dalla partecipazione della popolazione, ai dibattiti, ai trasferimenti delle persone dai centri terremoti alle località balneari.
Fra le proposte emerse, quella di dare vita ad un archivio della ricostruzione collegato ai Comuni, agli archivi del museo Tiere Motus, della Curia, della segreteria generale straordinaria e della Soprintendenza.
Gubana ha informato, infine, sulla versione beta del sito web del futuro archivio del terremoto, realizzata con la scansione dei progetti, attinenti alla ricostruzione e riparazione, del Comune di Trasaghis, scelto come interessante caso di studio vista la variegata tipologia di documenti presenti. Nel dettaglio il materiale era contenuto in 30 scatole: sono state create 158 schede riferite a singoli beneficiari, digitalizzati 1176 disegni e 371 relazioni e documenti di progetto per un totale di 3776 fogli