Protezione Civile del Fvg in festa a Pordenone
Settanta milioni di euro impegnati per il territorio e 555 interventi di somma urgenza realizzati, tra cui le opere per la riduzione del rischio idrogeologico. Attorno a questi due valori ruotano gli ultimi cinque anni di attività della Protezione civile regionale, sintetizzata dall’assessore regionale competente Paolo Panontin nel suo intervento compiuto sabato a Pordenone in occasione della 19.a Giornata del volontariato di Protezione civile svoltasi nella sede della Fiera.
All’evento hanno partecipato gli uomini delle squadre operative nelle varie sezioni dei diversi Comuni del Friuli Venezia Giulia nonché alcune delegazioni delle altre Regioni d’Italia e della vicina Carinzia e Slovenia. Presenti inoltre il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, il capo dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, nonché Franco Ceregioli, primo cittadino di Sarnano, Comune nel quale il Friuli Venezia Giulia ha ricostruito una scuola danneggiata dal sisma che ha colpito il centro Italia nel 2016.
Nel suo intervento, Panontin ha tratto un bilancio dell’attività svolta dalla Protezione civile nel corso degli ultimi cinque anni. “Quando nel 2013 ho assunto questa delega – ha detto l’assessore regionale – ho subito realizzato che chi l’aveva guidata prima di me stava passandomi un testimone prezioso, affidando un patrimonio straordinario di conoscenza, passione, competenze e umanità, di cui dovevo prendermi cura. Tutti ci siamo impegnati al massimo per rispettare l’impegno che ci è stato affidato, ossia rendere ancora più grande la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia”. Quindi nell’ambito della riforma nazionale che andrà a riordinare il settore, rivolgendosi al
capo dipartimento nazionale Borrelli, Panontin ha ricordato che “il Friuli Venezia Giulia, in qualità di Regione autonoma, pur sentendosi parte della grande famiglia nazionale, non arretrerà di un passo nelle prerogative della sua Protezione civile, che difenderemo con unghie e denti perché è un patrimonio di questa comunità”.
L’assessore ha passato in rassegna le principali attività svolte, che hanno visto coinvolti i volontari in diversi settori, tra cui quello dedicato alla prevenzione. “Dopo ogni grande evento, a partire proprio da quello del ’76, abbiamo pulito, messo in sicurezza, ricostruito, attuato una continua e incessante manutenzione del territorio, del nostro patrimonio comune. Siamo convinti che le migliori armi di difesa siano la prevenzione, il rispetto e la conoscenza del territorio, la formazione e la preparazione dei volontari e dei cittadini”.
Panontin ha quindi ha ricordato i percorsi formativi dei volontari e degli studenti dei campi scuola, per i quali la Regione ha investito quasi un milione di euro, cui si aggiungono i finanziamenti per attrezzature, mezzi operativi, sedi e depositi, esercitazioni, progetti e corsi di formazione per complessivi 9 milioni di euro. Tra i fiori all’occhiello della Protezione civile regionale, Panontin ha evidenziato l’attivazione – quale seconda regione in Italia, dopo la Lombardia – su tutto il Friuli Venezia Giulia del Numero Unico per le Emergenze (Nue) 112.
Panontin ha poi dedicato ampio spazio al contributo che la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia ha dato nella gestione delle emergenze in altre regioni italiane e all’estero come ad esempio in Puglia, Emilia Romagna, Liguria, Bosnia-Erzegovina e Centro Italia. “Proprio in quest’ultimo caso – ha ricordato l’assessore regionale – nel 2016 ci eravamo preparati a effettuare una grande esercitazione. Invece gli eventi reali ci hanno messi di fronte a un’emergenza e un terremoto vero. Non è stato difficile scegliere di dirottare uomini, risorse e competenze ad Amatrice”. Due ore dopo il sisma, la Protezione civile regionale aveva inviato 2 unità cinofile e i moduli per assistere 250 persone. Quindi è stato allestito il Campo FVG ad Amatrice, dove si sono alternati dieci contingenti provenienti da tutta la Regione fino alla sua chiusura il 19 ottobre. A ciò si è aggiunta l’assegnazione di 70 moduli abitativi donati dalla Danieli e due moduli mensa. A dieci giorni dal sisma è stata realizzata la prima opera simbolo del processo di ricostruzione della comunità, il cosiddetto “Ponte della Rinascita”, il by-pass sul torrente Castellano che ha riaperto i collegamenti tra Amatrice e le sue frazioni, evitando l’isolamento.
“Ma in quanto a opera simbolo della ricostruzione – ha concluso Panontin – dobbiamo considerare una vera impresa l’edificazione in soli 116 giorni della scuola d’infanzia Benedetto Costa a Sarnano, per i quali sono stati impegnati 2,1 milioni di euro. Un’opera realizzata grazie anche alle donazioni fatte dalla popolazione del Friuli Venezia Giulia, che ha dato il proprio contributo pari a 600 mila euro. La costruzione di questa scuola – ha concluso Panontin – è un omaggio all’operosità, alla determinazione e alla solidarietà di tutto il Friuli Venezia Giulia”.