Revelant (Ar): “La giunta Serracchiani tradisce il Fvg anche sulla gestione dell’acqua”
“A luglio, le mie proposte di legge sull’energia idroelettrica erano state accolte in maniera trasversale dall’ aula del Consiglio regionale. Successivamente, hanno superato anche il vaglio della Corte Costituzionale. Di fatto, ogni potenziale ostacolo sembrava superato. Viceversa, nel corso della commissione di giovedì, che trattava le modifiche alla legge 11/2015, a fronte di una mia richiesta di rassicurazioni, è arrivato il colpo di scena: la giunta Serracchiani ha anticipato che presenterà degli emendamenti per abrogare quegli articoli di legge, chinando la testa al cospetto di Roma. La ragione? Per “evitare spese inutili per contenziosi” ha dichiarato candidamente l’assessore regionale Sara Vito. L’episodio è gravissimo dal punto di vista concettuale, e pesantissimo sotto il profilo dell’impatto economico: questo voltafaccia costerebbe alla montagna friulana, a regime, oltre 6 milioni di euro l’anno. Veramente l’assessore ritiene normale preoccuparsi di qualche spesa per i contenziosi? Se hanno veramente intenzione di proporre le abrogazioni vedremo chi sarà disposto a votarle, ci confronteremo con tutti i componenti del consiglio. Stop ai diktat della giunta”.
Promette battaglia Roberto Revelant, consigliere regionale di Autonomia Responsabile, che denuncia: “La legge 31/2017 “Assestamento del bilancio per gli anni 2017-2019 presenta profili di illegittimità costituzionale solo in riferimento ad aspetti che esulano dalla materia dell’idroelettrico. Non ci sono motivi reali per stracciare la mia norma e mi auguro che la Presidente anteponga gli interessi di questa regione rispetto a quelli di Roma”.
Ancora Revelant: “Oggi le grandi derivazioni, gestite da proprietà extraregionali, generano oltre il 60% della produzione idroelettrica dell’intero Friuli Venezia Giulia. L’introduzione del canone aggiuntivo del valore complessivo di 40 euro per Kw di potenza a carico dei concessionari delle grandi derivazioni a regime potrebbe portare oltre 6 milioni di euro all’anno. Il secondo articolo approvato a luglio da me presentato, con la condivisione del capogruppo Tondo e del consigliere Marsilio e con il solo voto contrario del Movimento 5 Stelle, riconosce le cooperative storiche, Secab ed Idroelettrica Fornese, garantendo loro continuità d’esercizio, diversamente da quanto previsto originariamente dalla legge 11/2015, che potrebbe mettere fortemente a rischio la loro esistenza”.
L’ex vicesindaco di Gemona conclude dicendo: “Il Trentino Alto Adige è già avanti anni luce, e da anni sta già capitalizzando la risorsa idrica. La Regione Lombardia, si è mossa per procedere nella stessa direzione ed ha già vinto per ben 2 volte i contenziosi a lei rivolti, non limitandosi a chiedere i canoni di qui in avanti per le società beneficiarie delle proroghe, ma rivendica addirittura gli arretrati. Nel momento in cui si prospetta un contenzioso con lo Stato, una Regione virtuosa e soprattutto autonoma non può piegarsi a ricatti politici, così come è già avvenuto nel patto Padoan – Serracchiani. Questa vicenda è inaccettabile, e noi non molleremo di un centimetro. I patti devono essere rispettati, ma soprattutto non si può deliberatamente scegliere di strappare 6 milioni di euro a un territorio che ne ha maledettamente bisogno”.