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Rinnovi contrattuali, fine marzo all’insegna degli scioperi anche in Fvg

«Sollecitare le parti datoriali a sedere al tavolo della trattativa per rispettare le regole di rinnovo e le richieste dei lavoratori, considerando con il contratto nazionale è uno strumento indispensabile non solo per dare risposte salariali e normative, ma anche per gestire le trasformazioni del settore e le difficoltà ad esse connesse». Sono gli obiettivi del nuovo sciopero nazionale dei metalmeccanici, indetto per domani, venerdì 28 marzo, a sostegno del rinnovo del contratto, scaduto il 30 giugno 2024. A ricordarlo, alla viglia della mobilitazione, Pasquale Stasio, Simonetta Chiarotto e Roberto Zaami, segretari generali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil del Friuli Venezia Giulia, che per domani hanno annunciato iniziative e manifestazioni su tutto il territorio regionale.

A Pordenone i lavoratori sfileranno in un corteo che si radunerà dalle 9.30 davanti alla Prefettura, per partire alle 10 e attraversare via XXX Aprile, Corso Garibaldi e Corso Vittorio Emanuele. Conclusione sotto il municipio, dove si terrà il comizio. Conclusione sotto il municipio anche per il corteo di Udine, che si radunerà (sempre dalle 9.30) in piazza Primo Maggio e da lì partirà per raggiungere piazzetta Lionello. Tra le altre iniziative di rilievo i presidi di Trieste , davanti alla sede di Confindustria Alto Adriatico, e di Monfalcone in zona industriale e davanti agli ingressi di Fincantieri e Nidec. Al centro della piattaforma presentata da Fim, Fiom e Uilm, che con lo sciopero puntano a far ripartire la trattativa con Federmeccanica e Assistal, giunta a una fase di stallo, le richieste su salario, riduzione dell’orario di lavoro, contrasto al precariato e agli infortuni sul lavoro, tema quest’ultimo drammaticamente attuale dopo l’ennesimo incidente mortale che ha funestato la nostra regione.

Cinquantaseimila i metalmeccanici coinvolti dalla mobilitazione di domani in regione, ma la platea dei lavoratori interessati da scioperi sfiora i 60mila se al conto si aggiungono gli addetti del comparto telecomunicazioni, che si fermeranno lunedì 31 marzo, anch’essi a sostegno del rinnovo del proprio contratto di lavoro, scaduto da più di due anni (il 31 dicembre 2022). Le distanze tra richieste sindacali e offerta datoriale riguardano la parte economica, sulla quale «l’atteggiamento di alcune principali aziende ha determinato un’incomprensibile fase di stallo», denunciano Alessandro Sarti (Slc-Cgil), Massimo Albanesi (Fistel-Uil) e Luca Mian (Uilcom). Nessun passo avanti, rimarcano i sindacati di categoria, neppure sul fronte del confronto in ambito governativo sui temi industriali e regolatori del settore delle Telecomunicazioniche , che «prosegue con lentezza e senza evidenti interventi concreti a favore del comparto». Tutto questo in un momento in cui «i lavoratori subiscono fenomeni inflattivi che hanno messo a dura prova il loro potere di acquisto e richiedono un giusto incremento salariale». Ad accompagnare lo sciopero e a dare voce alle rivendicazioni sindacali un presidio regionale che si terrà a Trieste sotto la sede di Confindustria Alto Adriatico, in piazza Casali, a partire dalle 10.30 di lunedì.