Rinnovo Comunità Carnica, Mentil (Pd): “Da Brollo egoismo politico”
“È grave come il presidente uscente dell’UTI abbia anteposto il proprio egoismo politico e la sua ambizione personale all’unità del territorio”. A dirlo è Massimo Mentil, sindaco di Paluzza e coordinatore del PD dell’Alto Friuli.
“Il ritiro della propria candidatura da parte di Daniele Ariis durante l’assemblea della Comunità di Montagna della Carnia era proprio indirizzata ad un’apertura, essendo evidente la frattura creatasi tra i sindaci carnici. Brollo, a cui mi sono rivolto politicamente e non personalmente, ha deciso invece di andare avanti comunque, ottenendo il solo appoggio di quei sindaci che sono chiaramente espressione della Lega e di Forza Italia. Le 16 astensioni di tutti gli altri sindaci hanno un significato politico chiaro – specifica Mentil – ovvero il tentativo e la volontà di tenere unito il territorio, l’ottusità di Brollo, della Lega e di Forza Italia ha impedito di fatto questa possibilità”. Questo il commento all’assemblea che doveva eleggere il nuovo presidente e che si è chiusa con un nulla di fatto.
“Le responsabilità sono chiare ed evidenti e prendiamo atto del passaggio del sindaco Brollo nelle file del centrodestra regionale, supportato e avvallato anche dai vari incontri che i segretari politici regionali hanno tenuto queste settimane, in barba all’autogoverno e all’autodeterminazione tanto sbandierata dal presidente uscente. Continueremo a lavorare nei prossimi giorni per arrivare ad una proposta che tenga assieme il più possibile assieme i comuni carnici, anche se siamo coscienti che il comportamento del sindaco di Tolmezzo ha reso questo obiettivo estremamente difficile” conclude Mentil.
Sempre da Paluzza sul tema interviene anche il consigliere comunale del gruppo misto Beppino Di Centa: “Al di là di quanto avvenuto all’assemblea dei sindaci, i membri dell’esecutivo della Comunità sarebbe alquanto opportuno venissero eletti direttamente dagli abitanti della Carnia, escludendo naturalmente sindaci e amministratori in carica.
Il nuovo statuto della C.M. lo considero antidemocratico, in quanto non prevede il coinvolgimento delle minoranze nemmeno nei comitati territoriali. Inoltre pure l’assunzione del Direttore generale dovrebbe avvenire tramite concorso pubblico e non nominato dal presidente”.