“Risonanze” chiude l’edizione 2017 con numeri da record
Edizione da record per il festival Risonanze, che chiude dopo una quattro giorni di concerti, dibattiti, incontri dedicati al pregiato legno di risonanza.
Oltre 2 mila le persone che hanno raggiunto Malborghetto e la Val Saisera per gli eventi organizzati dal Comune con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli, e con la collaborazione dell’Ufficio territoriale carabinieri per la biodiversità. Non hanno deluso le attese gli ospiti più attesi: Anna Fusek, Giovanni Andrea Zanon, Leonora Armellini e Gio Batta Morassi.
«Non è mai facile organizzare un festival, figuriamoci sulle Alpi Giulie: è stata una grande sfida, che a questo punto, possiamo considerare vinta – ha commentato il direttore artistico Alberto Busettini, in prima fila nell’organizzazione della kermesse con il direttore musicale Massimo Raccanelli Zaborra e con il sindaco di Malborghetto-Valbruna Boris Preschern –. Oltre 2.000 presenze tra passeggiate guidate, visite alle mostre e laboratori, concerti pomeridiani e serali: sono numeri sbalorditivi se consideriamo che questa è appena la seconda edizione. Senza scordare che Risonanze ha proposto un cartellone di musica classica, genere decisamente ostico per il grande pubblico».
Numeri positivi anche per le attività ricettive e i ristoranti di Malborghetto, che, soprattutto nel week end, hanno lavorato bene, sfiorando il tutto esaurito. «Devo ringraziare tutta la giunta comunale che mi ha sostenuto in questi mesi di lavoro – ha aggiunto Busettini – in primis il sindaco Preschern, cui si deve l’idea di un festival tra gli abeti di risonanza, e Lara Magri per la preziosa e continua collaborazione. E poi a seguire tutto lo staff del festival: i ragazzi della Tree House, gli addetti stampa, i volontari: tutti hanno lavorato con ritmi davvero pazzeschi, ma fieri di quello che insieme siamo riusciti a costruire».
Un parterre di artisti di primo piano quello proposto da Risonanze 2017, che ha spaziato dal Barocco di Fusek al Classicismo di Zanon fino al Romanticismo di Armellini. «Il setting serale di Malborghetto, l’eccezionale 3D mapping, il salotto nel cortile al cospetto del tiglio centenario a lume di candela curato dal design di Moroso – ha proseguito Busettini – hanno dato quel tocco di classe all’evento». E già si comincia a pensare all’edizione 2018: «Ho già in mente molte cose per la prossima edizione, ora che le basi strutturali del festival sono gettate, il prossimo anno mi piacerebbe sperimentare di più con location suggestive proprio dentro al bosco, dove raccogliersi attorno ai musicisti. Da domani si torna al lavoro con grande umiltà, cercando comunque di migliorare. Per ora – ha concluso – mi godo un bellissimo momento dal punto di vista professionale e per la nostra Valcanale».