Rotatoria Ponte Avons, per Legambiente sono soldi buttati
In riferimento alla costruenda rotatoria in località Ponte Avons (nell’immagine di copertina il rendering), proponiamo le considerazioni di Marco Lepre del Circolo Legambiente della Carnia-Val Canale-Canal del Ferro.
Non è la prima volta che la cittadinanza resta perplessa o incredula davanti ai progetti e alle iniziative di FVG Strade e dell’Amministrazione Regionale in genere. Per restare solo nel territorio del Comune di Verzegnis, località di cui ci occuperemo tra poco, basterà ricordare il mastodontico “Vallo”, costruito per proteggere da una ipotetica caduta di massi il paese “fantasma” di Pozzis, opera meritevole di una “bandiera nera” di “Carovana delle Alpi” nel 2022.
Quello che nei giorni scorsi, a cantiere di fatto già aperto, è stato annunciato che verrà realizzato sul lato meridionale del Ponte Avons, rimane comunque un fatto a dir poco sorprendente.
Stiamo parlando del progetto che prevede la realizzazione di una rotatoria di 40 metri di diametro in corrispondenza dell’incrocio tra la strada regionale 512 “del Lago di Cavazzo” e quella UD 1 “della Val d’Arzino”, che da qui sale a Verzegnis. L’intervento, particolarmente complesso, comporterà anche: la deviazione del torrente Malazza; la costruzione di un nuovo ponte sullo stesso affluente del Tagliamento e di un breve tratto di pista ciclabile; un’opera in calcestruzzo per mantenere il passaggio della esistente condotta della Cartiera; il sistema di raccolta delle acque meteoriche e l’illuminazione pubblica; oltre alla risoluzione di alcune “interferenze” che riguardano la rete telefonica, la linea di distribuzione dell’energia elettrica e la fibra ottica. Costo previsto: due milioni e seicentomila euro!
A questi dovranno aggiungersi i costi ed i disagi che chi utilizza normalmente questo itinerario dovrà subire per tutta la durata dei lavori, cioè ragionevolmente per almeno un anno: sono previsti, infatti, la chiusura del collegamento per la località di Avons (dove si trovano un’impresa che opera nell’estrazione e lavorazione delle ghiaie e un vivaio forestale) e per Cavazzo Carnico, mentre un impianto semaforico regolerà il senso unico alternato istituito per chi da Tolmezzo deve recarsi a Verzegnis e viceversa.
Tutto questo per quale scopo? Non certo per rendere più scorrevole l’alquanto limitato traffico esistente o per ridurre i tempi di percorrenza, come si è affrettata subito a precisare anche l’Assessora Regionale alle Infrastrutture Amirante, intervenuta per la posa della “prima pietra”; ma essenzialmente per “mettere in sicurezza un’area caratterizzata da un alto tasso di incidentalità”. Insomma, l’opera, definita “all’avanguardia” dalla stessa Assessora, servirebbe ad eliminare un “punto nero” della viabilità regionale, dove spesso si registrano incidenti.
Per carità, la questione della sicurezza stradale e la necessità di ridurre i tratti pericolosi è di assoluta importanza e va tenuta nella massima considerazione. Troppo spesso, però, siamo abituati a scoprire che dietro ad un generico riferimento all’eliminazione dei “punti neri” si nascondono in realtà interessi molto meno nobili. I programmi finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza delle infrastrutture viarie possono fornire benefici reali, infatti, solo se si riescono ad applicare contromisure efficaci su quei siti o aree che effettivamente presentano situazioni di elevata pericolosità. E che la costosa opera che FVG Strade si accinge a realizzare nei pressi del Ponte Avons sia la cosa migliore e più urgente da fare, abbiamo più di qualche dubbio.
Dunque, dobbiamo ritenere che, sulla base di affidabili dati statistici e di un’attenta analisi della situazione, i tecnici siano giunti alla conclusione che le due strade di cui ci stiamo occupando – quella della “Val del Lago”, che attraversa anche il Comune di Cavazzo e quella della “Val d’Arzino”, che interessa Verzegnis – siano diventate negli ultimi anni, per numero di incidenti rilevati, tra le più pericolose della nostra regione. Se dovessimo trovare una spiegazione a questo fenomeno, non possiamo non collegarlo alla esponenziale crescita registrata da qualche tempo nel transito di motociclisti, in particolare di quelli in sella a mezzi di grossa cilindrata, molti dei quali, nella bella stagione, scambiano il tortuoso itinerario che da Osoppo sale a Sella Chianzutan e prosegue poi per San Francesco e Pinzano, per una vera e propria pista da “gran premio”.
Se questo è il vero nuovo elemento sopraggiunto, si dovrebbe capire che la soluzione al problema non è rappresentata da un intervento di tipo “puntuale” sulla viabilità (la creazione di una rotatoria) ma che sarebbe molto più semplice e opportuno, oltre che infinitamente meno costoso, assicurare una maggiore presenza delle forze dell’ordine (polizia stradale e carabinieri) per far rispettare i limiti di velocità, cosa, del resto, anche da noi più volte sollecitata. Incidenti, purtroppo anche mortali, che hanno coinvolto motociclisti, si sono verificati altrove, interessando l’intero percorso. Sarebbe dunque come minimo corretto, prima di investire due milioni e seicentomila euro, attendere gli effetti che questa auspicata maggiore azione di vigilanza potrà conseguire per ridurli.
Detto questo, non si può negare che, per chi proviene da Tolmezzo, le improvvise curve che si incontrano al termine del Ponte Avons (a sinistra per proseguire verso Cavazzo e a destra per salire a Verzegnis) possano costituire un pericolo, se affrontate ad una velocità non adeguata. Il problema, però, riguarda probabilmente solo i turisti e chi non conosce le caratteristiche della strada, inoltre è legato soprattutto alle ore notturne, quando potrebbe incidere la scarsa visibilità. Ora, è mai possibile che, effettuando analisi di dettaglio sugli incidenti verificatisi all’intersezione delle due strade regionali e sulle loro cause e redigendo un semplice bilancio tra costi e benefici, nessuno abbia considerato come “alternativa” alla rotatoria (da due milioni e seicento mila euro!) un semplice intervento sulla segnaletica, con l’installazione, ad esempio, di un sistema di lampeggianti intermittenti o solo di qualche palo della luce? L’obiettivo, non dimentichiamolo, dovrebbe essere quello di effettuare un intervento “idoneo” e “proporzionato”, che porti ad una riduzione del numero di incidenti, con un ritorno economico sia per l’ente gestore della strada che per la collettività. Una rotatoria al posto dell’attuale “stop”, per chi proviene in discesa da Verzegnis e deve svoltare per Tolmezzo, non ci sembra oltretutto, in prospettiva, il massimo della sicurezza.
La vicenda, che ha portato varie autorità a farsi immortalare sorridenti e soddisfatte, in occasione della consegna dei lavori, lascia oltremodo increduli di fronte alla lentezza e ai gravi ritardi con cui si sta intervenendo in altri punti della rete stradale montana, questi sì caratterizzati da criticità e urgenza. Basti pensare che, nonostante siano già trascorsi cinque anni da quando si è scoperto che il Ponte sul Fella della strada statale 52 era pericoloso e a rischio di cedimenti, se ne dovranno aspettare almeno altri tre, come annunciato dall’Assessora Amirante, prima che Friuli Venezia Giulia Strade ne costruisca uno nuovo. Nel frattempo, ogni giorno, centinaia di veicoli di pendolari, i pullman di linea e decine di autotreni delle ditte commerciali transitano, tra Carnia ed Amaro, su due strette corsie del vecchio Ponte Ferroviario, mettendo in serio pericolo l’incolumità dei malcapitati cicloturisti.
Per rimanere nei paraggi, la circolazione sul vecchio tracciato della statale (oggi UD 125 “del Sasso Tagliato”) che da Pissebus porta ad Amaro – un’utile alternativa anche in caso di incidenti – è interdetta per salvaguardare l’incolumità pubblica dall’aprile del 2021, dopo l’incendio che ha interessato le pendici dell’Amariana.
Se una conclusione dobbiamo trarre è la conferma che la Regione non ha il minimo senso delle priorità e dell’uso corretto delle risorse: continua ad andare avanti con opere inutili (come non ricordare lo “scempio” perpetrato tra il Rifugio Cjampizzulon e Malga Tuglia), mentre gli interventi veramente urgenti devono aspettare. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sembra essersi improvvisamente accorta l’altro giorno che “le risorse sono limitate” e, in vista della manovra di bilancio, si è lamentata invitando le forze di maggioranza a “concentrarsi sulle priorità”. Assessora Amirante, lei che pure appartiene a Fratelli d’Italia, ha capito?
MARCO LEPRE