Da San Daniele il messaggio post “Brexit”: “Rilanciare l’Europa federale”
Quale Europa dei cittadini dopo Brexit? Se ne è parlato a San Daniele del Friuli, nella cornice della Bibilioteca Guarneriana che ospita la sala consiliare del Comune, in una tavola rotonda che, davanti a un pubblico in gran parte rappresentato dagli studenti degli istituti superiori della città, ha analizzato la situazione da più punti di vista, per arrivare alla conclusione comune che i cittadini devono essere più presenti in Europa e che l’Europa futura deve essere diversa dall’attuale.
Organizzato con il patrocinio del Consiglio regionale e del Comune di San Daniele e la collaborazione di ANCI, Ute di Udine e Casa per l’Europa di Gemona, l’incontro ha visto susseguirsi gli interventi del presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, dell’europarlamentare Isabella De Monte, del presidente dell’AICCRE Franco Brussa, di Giovanni Di Stasi già presidente del Congresso dei Poteri Locali e regionali d’Europa e della Regione Molise, di Alfonso Zardi capo dipartimento istituzioni democratiche e governance del Consiglio d’Europa, e di Chiara Bianchizza, vicedirettore dell’Isig di Gorizia, coordinati dal presidente dell’Isig Roberto Collini. “Dopo Brexit, di Europa si può e si deve parlare ancora – è stato detto. Anzi, se ne deve parlare e scrivere, e insistere perché deve restare argomento all’ordine del giorno. Era questo il pensiero di Alcide De Gasperi, considerato più che mai attuale oggi che è in crisi il modello sociale europeo mentre le difficoltà risvegliano antiche identità e sentimenti xenofobi. L’Europa che ha consentito di assicurare in questi 70 anni la pace, di rendere impossibili condizioni per fare la guerra, di aprirsi alla libera circolazione, ha conosciuto momenti di delusione, è diventata estranea, viene percepita come una gabbia, e Brexit è solo la cartina di tornasole dello scollamento tra cittadini e istituzioni; non si ha più il coraggio di parlare di Europa federale, e a parlare sono solo quelli che nell’Europa non credono”.
“E’ fondamentale parlare di quale Europa per i cittadini – ha sottolineato Iacop anche nella sua veste di membro del Comitato delle Regioni -: l’Europa delle Regioni, delle realtà locali, delle identità, dei giovani. L’esito del voto Brexit è il risultato della paura che attraversa l’Europa, ma la sua analisi dice che i giovani hanno risposto diversamente. E allora occorre ridare slancio ai valori fondanti, quelli della pace, della solidarietà, della condivisione e della coesione sociale, dei diritti, del rispetto e della partecipazione, per affrontare i grandi problemi dei flussi migratori, del progressivo invecchiamento della società europea con il 60% di anziani, del mondo del lavoro che cambia. Ci sono strumenti di partecipazione che vanno rifondati – ha aggiunto ricordando che i Consigli regionali partecipano alla formazione del processo legislativo europeo, ma anche che solo l’1,16% del PIL degli Stati membri è destinato alle politiche europee, una percentuale troppo bassa per condizionare il futuro e lo sviluppo dell’Europa. Occorre lavorare per una Europa in cui la voce dei cittadini si faccia sentire. Per questo è fondamentale l’interlocuzione costante con i territori”.
Ed il messaggio emerso da tutti gli interventi è quello dell’importanza centrale della conoscenza. Le domande più richieste sul web all’indomani del voto hanno infatti rivelato la mancanza di una informazione critica nei cittadinanza. La mancanza di conoscenza determina una perdita di potere per il cittadino; è importante quindi operare per una cittadinanza attiva, europea, fondata sulla multiculturalità, sulle relazioni di pace e sul volontariato. Esempi concreti sono stati al proposito portati dall’Isig che, come istituto di ricerca ha lavorato molto con il Consiglio d’Europa e ha messo a punto progetti, molto partecipati dai giovani, per creare modelli di solidarietà per lo sviluppo locale e manuali per gli scambi e per rimuovere ostacoli nella cooperazione transfrontaliera.