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San Daniele, sul futuro dell’Ospedale presa di posizione degli ex primari

Continua il dibattito sul futuro dell’Ospedale di San Daniele del Friuli. Questa la presa di posizione degli ex primari sandanielesi sul futuro del nosocomio.

“Le notizie apparse sui giornali, fanno intravedere scenari non rassicuranti per il futuro dell’Ospedale di San Daniele. Questo ci preoccupa a tal punto che riteniamo di dover intervenire per riportare l’attenzione dei professionisti, degli amministratori, dei cittadini sulle reali questioni che stanno interessando la sanità del sandanielese.
Crediamo infatti che il confronto dovrebbe concentrarsi innanzitutto sul futuro dell’Ospedale (come Ospedale “per acuti”) e sul suo ruolo nella rete ospedaliera della Provincia (che corrisponde al territorio della attuale Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale).
In pensione da qualche mese o qualche anno, tutti ricordiamo cosa era l’Ospedale di San Daniele agli inizi degli anni ottanta (“Ospedale di zona” secondo la classificazione della legge Mariotti) ed il percorso che lo ha portato a diventare l’ ”Ospedale di rete” , da molti ritenuto un modello da seguire, che era fino a pochi anni fa.

Un percorso che si è caratterizzato negli anni per la forte convergenza di intenti di professionisti ed amministratori nel garantire il miglioramento dei livelli professionali, dei servizi e della sicurezza per la salute dei cittadini.
Questo Ospedale è stato il primo fra quelli “di zona “ a dotarsi di un’Area di Emergenza, in questo stesso Ospedale si sono costruite negli anni un’area Materno-Infantile, una Chirurgia ed una Ortopedia che sono state, fino a tempi recenti, punti di attrazione per pazienti e professionisti.
Si sono rafforzate e sviluppate le funzioni di Medicina Interna, di Radiologia e di Medicina di Laboratorio che hanno permesso di dare all’intero Ospedale garanzie di serietà professionale, sicurezza e capacità di collegamento con il territorio e con l’Ospedale Santa Maria della Misericordia per le funzione di più alta specialità. Questo “patrimonio” non deve andare disperso senza una buona ragione !
Segnali non confortanti erano già venuti negli ultimi anni con la costituzione dell’Ospedale su due sedi (San Daniele – Tolmezzo ), una soluzione “innaturale”, che presenta molte insidie per la tenuta organizzativa dell’ospedale e ben pochi vantaggi per i cittadini. Decisioni prese in una fase storica in cui la regione FVG stava per raggiungere ormai uno dei numeri più bassi di dotazione di “posti letto per acuti” del paese ( 3 per mille abitanti ), un numero sotto al quale non si può andare ( è stato considerato infatti uno dei tanti elementi rivelatori della scarsità di risorse impegnate negli ultimi anni caratterizzati dal “sottofinanziamento” del sistema ed una delle criticità su cui pareva ci fosse stata una riflessione dopo le fragilità del SSN evidenziate dalla pandemia )!
Alle difficoltà organizzative e gestionali determinate dall’Ospedale su due sedi, si è aggiunta, nell’ultimo biennio, la mancata nomina di un certo numero di primari (andati in pensione o trasferiti in altre sedi). Ma il ruolo dei primari non può essere sottovalutato : hanno la responsabilità di prendere decisioni nei percorsi di cura dei cittadini, di coordinare e guidare il personale a loro affidato, di adoperarsi per la sua crescita professionale !

Si capisce allora perché, qualora non fosse nominato il primario di Chirurgia in tempi brevi ne conseguirebbe l’indebolimento dell’ intero sistema che valuta e cura, per esempio, le persone che si presentano in Pronto Soccorso con problemi di salute che devono essere affrontati tempestivamente, alle volte con quadri imprevedibili o che divengono complessi nelle ore o nei giorni successivi al ricovero. Trasferire, con un andirivieni di ambulanze fra San Daniele e Udine (o ancora peggio fra San Daniele e Tolmezzo ), pazienti con patologie di “media complessità” che fino a pochi mesi fa erano gestite a San Daniele nel reparto di Chirurgia con – ricordiamolo – la maggiore casistica della provincia, almeno fino all’inizio della pandemia, dopo quella dell’Ospedale di Udine, sarebbe triste e potrebbe configurare un “ritardo di cura evitabile”.
Questo eventuale “declassamento” della Chirurgia di San Daniele ha molte analogie con quello che abbiamo già visto in realtà quali, ad esempio, Gemona o Cividale del Friuli e potrebbe essere l’inizio di una lenta agonia che si protrae nel tempo, ridimensionando la struttura reparto dopo reparto, fino a compromettere le funzioni minime per una funzione ospedaliera per acuti.

Siamo convinti che ospedali come quelli di San Daniele siano “comunità professionali” costruite nel tempo in un clima di progettualità, collaborazione interna e disponibilità verso il proprio territorio (Medici di Medicina Generale, Pediatri di libera scelta , RSA, Case di Riposo,…) che sarebbero state difficili da realizzare senza figure primariali che hanno consentito di coltivare, incentivare, motivare i professionisti. Reparti senza guida non sono “attrattivi” per i giovani medici e tendono a sgretolarsi nel tempo perché i più motivati cercano altre soluzioni.

Questo è il pericolo che intravvediamo se si dovesse mettere in discussione una delle funzioni fondamentali dell’Ospedale.
Siamo convinti – e dovrebbe essere chiaro a tutti – che, se l’Ospedale dovesse avviarsi su questa china, si dovrebbe prendere in considerazione l’uscita dal sistema di Urgenza/emergenza regionale e la eventuale chiusura del Pronto Soccorso ( che dà garanzie di sicurezza solo se ha “alle spalle” una serie di funzioni adatte ad affrontare le urgenze )
Abbiamo fiducia che nei prossimi giorni e settimane – nel rispetto dei ruoli, che non esclude il confronto su temi concreti ed obiettivi di salute – l’Azienda Sanitaria ed i rappresentanti eletti dei cittadini possano confrontarsi serenamente e trovare le migliori soluzioni anche con l’aiuto della Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute e della Direzione dell’assessorato.
Se saranno soluzioni penalizzanti per l’Ospedale di San Daniele ed il territorio di riferimento ci aspettiamo che vengano giustificate con motivazioni argomentate ed inserite in progetti credibili, in modo trasparente”.

Firmato

Gianfranco Bagatto ( già Direttore della SOC di Fisiatria )

Ugo Cugini ( Direttore della SOC di Anestesia )

Giovanni Del Frate ( già Direttore della SOC di Ostetricia e Ginecologia )

Valentino Moretti ( già Direttore della SOC di Medicina Interna )

Franco Pertoldi ( già Direttore della SOC Pronto Soccorso/Medicina d’urgenza

Bruno Sacher ( già Direttore della SOC di Pediatria )

Massimo Sigon ( già Direttore del Distretto di San Daniele del Friuli )

Daniele Snidero ( già Direttore della SOC di Chirurgia Generale )