Scattano le Unioni territoriali in Friuli Venezia Giulia, ecco le prime tappe
In attesa di conoscere il dato definitivo, i Comuni che fino a ieri hanno approvato lo statuto sono 145 su 216, oltre il 67% del totale; in termini di abitanti, essi ne rappresentano 920.106 su 1.218.985 (dati censimento ISTAT 2011), cioè oltre il 75% dei cittadini del Friuli Venezia Giulia. Le Unioni Territoriali Intercomunali (UTI) così costituite saranno regolate, in via di prima applicazione, dalle norme dei propri statuti, così come approvati in seno ai Consigli dei rispettivi Comuni. L’Assemblea di ciascuna UTI provvederà, da domani, ad adattarne lo statuto alla sua effettiva composizione – ad esempio modificando le norme sulla governance e sulla presenza sul territorio – ricalibrando, sempre nel rispetto delle prescrizioni contenute nella legge regionale 26 del 2014, le decorrenze e il numero delle funzioni comunali con cui avviare l’esperienza associativa.
La calendarizzazione dell’avvio delle UTI prevede poi che entro il 20 aprile il sindaco del Comune più popoloso di ciascuna UTI convochi l’Assemblea dell’Unione. Le assise si riuniranno nei cinque giorni successivi (quindi al massimo entro il 26 aprile, atteso che il 25 è festivo) per l’elezione del presidente.
La decorrenza dell’esercizio delle funzioni comunali in forma associata tramite l’Unione o avvalendosi della stessa, avverrà a partire dal 1° luglio. Questo lasso di tempo tra la costituzione delle UTI e l’effettiva operatività delle stesse permetterà di provvedere alla organizzazione istituzionale e amministrativa dell’Unione.
Il trasferimento ai Comuni delle prime funzioni provinciali avverrà invece a partire dal 1° ottobre, in modo da non sovraccaricare le neocostituite Unioni sin dall’avvio della loro operatività.
Le 18 UTI del Friuli Venezia Giulia andranno ad accrescere il già alto numero di Unioni di Comuni in Italia. I dati forniti da Ancitel (la rete dei Comuni italiani) nel 2016 rilevano che sono ben 525 le Unioni funzionanti a livello nazionale, e che queste coinvolgono quasi 3.000 Comuni sugli 8.000 complessivi per una popolazione di 11 milioni di abitanti.
L’IMPRIMATUR DELLA PRESIDENTE SERRACCHIANI: “GIORNATA STORICA”
“Quella di oggi è una giornata storica che segna, con l’avvio ex lege delle Unioni Territoriali Intercomunali (UTI), il primo passo del cammino verso il riordino del sistema Regione-Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia”. Lo ha affermato quest’oggi la presidente della Regione Debora Serracchiani commentando l’avvio ufficiale delle 18 UTI, Riforma che prende le mosse dalla legge regionale 26 del 2014.
“Il percorso che ci ha visti nei giorni scorsi – insieme all’assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin e del presidente della Quinta Commissione consiliare Vincenzo Martines – incontrare i primi cittadini delle nuove realtà territoriali è stato estremamente utile. La riprova è data dal fatto che alcuni di essi, che in un primo momento avevano deciso di rimanere fuori dalle UTI, si siano poi ricreduti, approvando nelle scorse settimane lo statuto”.
Tuttavia per Serracchiani “c’è ancora la possibilità di dialogare con coloro che ancora non sono convinti della Riforma, come dimostrano gli incontri al Tavolo politico. Ci auguriamo che si comprendano gli effetti positivi che questa Riforma può dare in termini di risparmi, efficientamento dei servizi e anche di riordino del nostro sistema territoriale, visto che ormai è avviato anche il percorso del superamento delle Province. Ciò significa che dobbiamo riadattare il sistema, con la riassegnazione delle deleghe e delle funzioni, rafforzando i Comuni”. Per Serracchiani inoltre, dopo le UTI, la Riforma della Finanza locale e del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL), “si aggiungerà un ulteriore pilastro al percorso, ovvero la Riforma del Comparto unico, sulla quale abbiamo già avviato una ampia discussione come abbiamo sempre fatto”.
Per l’assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin quella che inizia oggi è solo la prima parte di un percorso. “Confido che, con pazienza ed esercitando ogni possibile forma di mediazione, con il fondamentale aiuto dell’UNCEM e dell’ANCI del Friuli Venezia Giulia – si possa portare in un futuro prossimo anche la minoranza dei Comuni oggi contrari ad abbracciare questa nuova esperienza. Quanto da noi attuato con la legge regionale 26/2014 si sta allargando a macchia d’olio in tutte le Regioni italiane ed è presente in gran parte dei Paesi europei”.
Panontin spiega inoltre quale sia il significato di questa Riforma che da oggi prende corpo. “I Comuni – spiega l’assessore alle Autonomie locali – gestiranno in forma associata alcune funzioni e servizi ai cittadini in nome del principio che l’unione fa la forza. Al tempo stesso programmeranno lo sviluppo del territorio in un ottica di area vasta. In regione, ad esempio, nella gestione dei servizi sociali, si è già sperimentata con successo questa formula; i sindaci e gli amministratori hanno potuto così toccare con mano come la gestione associata delle funzioni porti a un miglioramento netto e a un ampliamento della quantità e qualità dei servizi offerti ai cittadini, oltre che risparmi di spesa certi”.
“La riduzione della spesa – puntualizza l’assessore – è stata certificata anche dalla Corte dei Conti nella relazione sulla gestione finanziaria degli Enti locali del 2014 in riferimento alle UTI”. La nota (Deliberazione n. 8/SEZAUT/2016/FRG, pp. 243-244) recita testualmente che “la gestione associata delle funzioni fondamentali potrebbe costituire un’opportunità di razionalizzazione organizzativa per conseguire più elevati standard di efficienza ed efficacia, oltre che un risparmio di spesa pubblica, laddove non si verifichi un adempimento puramente formale agli obblighi imposti dal legislatore”.
È importante, conclude l’assessore “che per primi i sindaci e poi anche gli amministratori ci credano: noi saremo costantemente al loro fianco per accompagnarli lungo questo percorso difficile ma virtuoso”.