Scoperta evasione fiscale da 18 milioni di euro tra Friuli, Milano e l’Austria
La Guardia di Finanza di Udine, su delega della locale Procura della Repubblica, ha svolto complesse indagini di polizia giudiziaria condotte nelle province di Udine, Padova, Milano, Treviso, Venezia e Vicenza, poste in essere tramite perquisizioni, accertamenti bancari, riscontri contabili, accertamenti sul traffico telefonico, interrogatori e altre attività di natura rogatoriali.
Alla conclusione delle stesse, è stato accertato che una importante società di Milano (operante nel settore della lavorazione di materiali tessili) aveva utilizzato fatture afferenti ad operazioni inesistenti (per acquisti di “cotone candeggiato”), per un importo complessivo di 13.554.000 di euro, in realtà mia avvenuto. L’emissione di tali fatture fittizie veniva “gestita” da un soggetto residente nella provincia di Udine che aveva pianificato un sofisticato meccanismo al fine di “creare” operazioni commerciali inesistenti per consentire alla citata società lombarda di portare in contabilità costi fittizi con correlati risparmi fiscali e di creare “nuova” liquidità.
In particolare, l’imprenditore friulano aveva fatto ricorso, per emettere i documenti fittizi, alla denominazione sociale e alla partita I.V.A. di una terza società con sede in provincia di Treviso (risultata poi inconsapevole) a nome della quale aveva compilato ben 189 fatture false. Perno del sistema fiscalmente fraudolento era il ricorso ad una banca ubicata in Austria, (Villach, poco oltre il confine) adoperata, per far transitare i pagamenti delle fatture inesistenti; presso la filiale dell’istituto di credito austriaco, l’imprenditore friulano aveva simulato, all’apertura del conto, inesistenti poteri di rappresentanza della società trevigiana titolare dello stesso fornendo ai funzionari risultanze anagrafiche diverse e documenti falsificati. Il meccanismo fraudolento si perfezionava, poi, facendo bonificare i pagamenti delle fatture fasulle sul citato conto estero dove, giunto l’accredito, l’imprenditore friulano al netto del suo “compenso” (circa l’8%) prelevava le somme in contanti con banconote di taglio elevato che poi trasportava in Italia occultandole nella sua autovettura (200.000/250.000 euro alla volta), per “riconsegnarle” a Milano agli esponenti della società che originariamente avevano disposto i bonifici delle somme verso l’Austria.
Nel corso delle indagini, delegate dalla Procura della Repubblica udinese alla Compagnia Guardia di Finanza di Udine, sono stati anche interrogati i rappresentanti delle società coinvolte nella frode fiscale che hanno fornito ampie e circostanziate dichiarazioni di natura confessoria. Alla conclusione dell’operazione di servizio sono complessivamente indagate, dall’Autorità Giudiziaria, 7 persone per reati tributari connessi all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, nonché contestate fattispecie fiscalmente evasive in materia di IVA e di imposte dirette per complessivi 18.000.000 di euro unitamente ad altre sanzioni applicabili per violazioni alla normativa antiriciclaggio (che vieta i trasferimenti di denaro contante per importi superiori a 3.000 euro) e valutaria (la cui soglia legale tra persone fisiche per trasferire denaro contante da e per l’estero è di 10.000 euro).
La società utilizzatrice delle fatture false ha già versato nelle casse dell’erario oltre un milione di euro avviando così meccanismi tesi al ravvedimento delle condotte fiscali in essere, mentre nei confronti dell’imprenditore friulano, emittente le fatture per operazioni inesistenti, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Udine ha disposto il sequestro per equivalente di una villa di pregio e disponibilità finanziarie per circa 700.000 euro.