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Scuola a distanza anche per i più piccoli, i consigli degli psicologi FVG ai genitori

Per almeno due settimane anche la maggior parte degli studenti del FVG ritornerà al cento per cento a seguire le lezioni da casa, inclusi gli alunni delle primarie: l’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia interviene per indicare alcuni orientamenti che possono essere seguiti dai genitori degli alunni più piccoli.

“Innanzitutto è opportuno evitare di contrapporre, in un momento di emergenza come questo, la scuola in presenza e la scuola a distanza: ovvio che le due modalità didattiche non sono sovrapponibili, ma attenzione a non alimentare battaglie le cui conseguenze  finiscono per scaricarsi sui figli che, invece, necessitano di essere aiutati e affiancati in un clima il più sereno possibile e senza lotte”, dichiara il presidente dell’Ordine Roberto Calvani.

Ciò che conta è “far capire ai bambini che anche la scuola da remoto è scuola, appunto, in modo che questo periodo non venga vissuto come un’anticipazione della sospensione pasquale, ma sia considerato a tutti gli effetti una prosecuzione sotto altra veste dell’impegno scolastico. Naturalmente – osserva il presidente Calvani – per questa operazione, oltre agli insegnanti stessi, sono arruolati i genitori che devono sentirsi investiti, proprio per la loro funzione educativa a cui non possono abdicare mai,  di un compito di co-affiancamento e di supporto al cammino didattico dei figli, penso soprattutto a chi frequenta le scuole primarie e la secondaria di primo grado, ritenendo che, alle superiori, ci possano essere maggiore consapevolezza e maggiore autonomia”. 

Le ricette che possono servire ai genitori dei più piccoli si riassumono in tre parole-guida: motivazione, empatia e ascolto attivo, indispensabili soprattutto per le prossime settimane di lezioni e lavori online. 

In questa fase la socialità e la relazionalità sono di nuovo sospese per quasi tutti (a parte per gli alunni svantaggiati, gli alunni con Bisogni educativi speciali e coloro che seguono i laboratori), l’essenziale è non far pesare sui figli questa ‘lontananza’ da scuola perché ciò comporterebbe una più accentuata insofferenza subita dai figli, ribadisce l’Ordine che si appella al senso di responsabilità anche degli stessi genitori.