Sei rinvii a giudizio nell’inchiesta sul bracconaggio tra Venzone e Pontebba
Si è chiusa con sei richieste di rinvio a giudizio un’inchiesta aperta dalla Procura di Udine per fare luce su una serie di episodi di danneggiamento che si erano verificati tra il 2017 e il 2018 tra Venzone e Pontebba ai danni di personale del Corpo forestale regionale e di terze persone che con esso avevano collaborato nell’ambito di un’inchiesta per bracconaggio nella zona.
La prima indagine aveva portato alla luce l’abbattimento illecito di circa 200 ungulati in un triennio e si è chiusa nei mesi scorsi. Alcuni degli indagati hanno oblato o patteggiato la pena. Per altri invece si aprirà il processo dibattimentale. Da quella indagine è nata l’inchiesta bis condotta dalla Polizia di frontiera e coordinata dallo stesso pm Elisa Calligaris che ha firmato le sei richieste di rinvio a giudizio nei confronti di altrettanti indagati, cinque residenti in Alto Friuli e uno in provincia di Vicenza, due dei quali già sottoposti a una misura cautelare, uno con obbligo di dimora, l’altro con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Incendi a immobili di proprietà di pubblici ufficiali, furto di pollame ai danni di un cittadino, ricettazione, detenzione, alterazione e porto di arma clandestina e violazioni alle norme sulla caccia i reati a vario titolo contestati. La Procura ha individuato come persone offese i singoli danneggiati e la Regione Friuli Venezia Giulia. L’udienza preliminare è fissata il 26 febbraio.
Per altri episodi di danneggiamenti non sono stati individuati invece i presunti responsabili. “Non abbiamo perso la speranza di far luce sugli episodi irrisolti, espressivi di un intenso disvalore sociale a carico di persone che hanno fatto solo il loro dovere”, ha affermato il Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo.