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Senologia Tolmezzo, Aurelia Bubisutti racconta il suo percorso di cura

Riceviamo dalla già parlamentare Aurelia Bubisutti e pubblichiamo.

Nel mese di ottobre, dedicato alla sensibilizzazione ed alla prevenzione del tumore al seno, esco dal riserbo che ogni donna vive dopo una diagnosi oncologica e racconto la mia esperienza.

Ho scoperto la malattia grazie ai controlli periodici previsti dallo screening mammografico che la Regione Friuli Venezia Giulia mette a disposizione delle donne, a partire dai 45 anni, con grande efficienza.

Dopo la diagnosi ho preso la decisione di rivolgermi presso l’Unità senologica dell’ospedale di Tolmezzo e devo dire che fin da subito ho trovato professionisti capaci e competenti. Il percorso di cura è seguito da un gruppo multidisciplinare oramai consolidato (radiologi, chirurghi senologi, chirurghi plastici, anatomo patologi, infermiere di senologia, oncologi, radioterapisti, fisiatri, e fisioterapisti) che si confrontano collegialmente una volta alla settimana sui singoli casi, proponendo gli interventi e le cure ritenute maggiormente indicate per debellare la malattia.

Attualmente i criteri di riferimento sulla qualità di un percorso senologico sono quelli richiesti da EUSOMA (massimo organismo scientifico europeo riguardo al tumore al seno) e ASUFC, su questo, ha avuto nei mesi scorsi una valutazione positiva. Ciò significa che l’Azienda sanitaria e i suoi professionisti hanno investito in anni in studio, ricerca, impegno e risorse per ottenere il riconoscimento ma soprattutto i migliori risultati in ambito clinico-assistenziale. Anche per questo non ho avuto alcun dubbio nell’affidarmi alla realtà tolmezzina  sebbene in un momento in cui sulla stessa si stessero adombrando voci di una possibile chiusura dell’attività di chirurgia del seno.

In questi mesi sono stata in grado di affrontare  momenti difficili grazie alla mia famiglia ed alle persone  che mi sono state vicine ma anche ai medici, agli infermieri ed a tutto il personale ospedaliero che si sono dimostrati attenti e sensibile in maniera eccellente.

Non posso dimenticare inoltre le due importantissime Associazioni di Volontariato che da anni s’impegnano ed affiancano le donne nell’affrontare il lungo e non sempre facile cammino del post intervento: il Comitato di Tolmezzo dell’A.N.D.O.S. (Ass. Naz. Donne operate al Seno) e l’A.O.A.F. (Ass.oncologica Alto Friuli), realtà insostituibili, preziosissime, di cui tutto il territorio deve andare fiero.

Rimangono però motivi di apprensione: non solo quello di una guarigione stabile e duratura che si augurano tutte le donne colpite da simili patologie  ma, anche, la decisione di cessazione dell’attività chirurgica senologica di Tolmezzo con spostamento presso l’ospedale di San Daniele, creando inevitabilmente un percorso frammentato e destabilizzante per le utenti.

Questa decisone sembra dettata da bassi numeri d’interventi chirurgici distribuiti sui due presidi ospedalieri, trascurando le problematiche di accessibilità alle cure in un territorio come l’Alto Friuli che pur non vantando un elevato numero di residenti, viene di nuovo penalizzato nelle strutture socio-sanitarie fondamentali.

Se questo dovesse accadere si prospettano situazioni di disagio molto concrete: per le donne che vivono in zone montane sarà logisticamente difficoltoso raggiungere l’ospedale di San Daniele specie per chi deve avvalersi dei trasporti pubblici, per le anziane, per chi non ha qualcuno a cui appoggiarsi e questo potrebbe portare a decidere di ritardare se non rinunciare alle cure.

Di fronte alle evidenze scientifiche  che sottolineano che l’incidenza del tumore al seno stia crescendo (attualmente 1 donna su 8 nel corso della propria vita si ammala) sarebbe ingiustificato penalizzare l’ospedale di Tolmezzo che è stato riconosciuto nella sua eccellenza;  pertanto mi unisco all’appello del Sindaci della Comunità della Carnia e delle sopracitate Associazioni di volontariato, portavoci delle istanze delle donne, affinché il Presidente della nostra Regione Massimiliano Fedriga e l’Assessore alla sanità Riccardo Riccardi rispondano con urgenza all’invito ad un incontro che anche personalmente da tempo ho sollecitato. 

AURELIA BUBISUTTI