Una settantina al presidio anti migranti di Majano. La risposta della Parrocchia
Sono state circa una settantina le persone che ieri sera hanno partecipato a Majano al presidio promosso dinnanzi al Municipio di Majano per protestare contro l’annunciato arrivo di una quindicina di richiedenti asilo. Presenti oltre a cittadini del paese – tra cui uno con un forcone – consiglieri comunali di minoranza, esponenti della Lega Nord e di diversi movimenti e partiti di destra.
Al termine del vertice si è saputo che la canonica sarà ristrutturata e a fine ottobre al suo interno potrà ospitare al massimo 6 persone (e non la quindicina inizialmente paventata); la canonica sarà fornita di una rete wifi da destinare ai richiedenti asilo per evitare che gli stessi utilizzino la rete pubblica nella piazza del paese. La Caritas ha inoltre promesso che non saranno previsti altri arrivi in altre strutture o canoniche del paese e che, a seguire i 6 ospiti, ci saranno alcuni mediatori culturali specializzati.
Nel frattempo, di fronte alla polemica divampata sulla questione dell’accoglienza nella Canonica di Comerzo, la Parrocchia di Santa Maria Assunta di Majano attraverso un comunicato ha voluto fare chiarezza e fornire alcune doverose precisazioni.
“Partiamo dalla prima delle questioni. Da più parti si è detto che è mancata l’informazione nei confronti della comunità rispetto alle intenzioni di utilizzo della canonica. Niente di più falso. In data 23 dicembre 2016 a tutte le famiglie di Comerzo, Tiveriacco e Ponteledra è stata inviata una lettera a firma del Parroco e del Consiglio Pastorale ed Economico in cui si dava conto, in maniera dettagliata, della situazione dell’immobile, e delle diverse opzioni possibili per il suo impiego, tra queste anche l’accoglienza di migranti. Ma, soprattutto, nella stessa lettera si invitava la cittadinanza a un’assemblea pubblica che si è tenuta mercoledì 11 gennaio 2017 nel Santuario di Comerzo e nel corso della quale è stato deciso di avviare le procedure per mettere a disposizione della Caritas diocesana la canonica. Quindi si è agito con il massimo della trasparenza e della condivisione”.
Per quanto riguarda la questione della famiglia majanese a cui il cui il Parroco avrebbe negato la possibilità di usufruire della canonica, la prima precisazione da fare è che la raccomandata di cui si è scritto su alcuni giornali è sì stata inviata il 9 agosto, ma è stata recapitata soltanto il 21 agosto. Va aggiunto inoltre che a fronte di una precedente richiesta verbale, avanzata all’inizio di luglio, altre possibili soluzioni erano state prospettate, ma che la famiglia in questione ha scartato a priori. A prescindere da ciò sarebbe stato comunque impossibile per il Parroco disporre dell’immobile perché, a seguito delle decisioni prese nell’assemblea dell’11 gennaio 2017, la canonica è stata concessa alla Caritas diocesana di Udine con un contratto di comodato decennale, sottoscritto in data 19 aprile 2017. Inoltre, la ristrutturazione, è avvenuta proprio a seguito di tale contratto e a carico della Caritas diocesana”.
“È vergognoso che ci sia chi — in un momento di crisi come quello che la nostra società sta attraversando —, non trovi di meglio da fare che strumentalizzare e distorcere l’informazione insinuando che la Parrocchia aiuti gli stranieri e non gli italiani. Questa stessa vicenda racconta una realtà, nei fatti, diamentralmente opposta. Nella casa canonica, infatti, viveva in stato di degrado e di abbandono una persona italiana, in una situazione di evidente necessità e di allarmante fragilità.A muoversi per restituire un’esistenza dignitosa a quest’uomo è stato proprio il Parroco, don Emmanuel Rundiste, che mobilitando parrocchia e Servizi sociali, è riuscito a fare in modo che la persona in questione trovasse una sistemazione nel Centro residenziale per Anziani di Majano. Vale poi la pena ricordare che la Caritas parrocchiale fornisce aiuto settimanale a una settantina di famiglie del Comune di Majano, italiane e straniere, arrivando spesso anche dove le istituzioni non riescono”.
“A chi si meraviglia che la parrocchia abbia deciso di impegnare gli spazi della canonica per l’accoglienza di persone richiedenti asilo ricordiamo, infine, che si tratta di una sollecitazione — di fronte all’acuirsi dell’emergenza e per dare sollievo alle città, come Udine, che accolgono numeri impegnativi di profughi — lanciata da Papa Francesco e ripresa dal nostro arcivescovo, mons. Andrea Bruno Mazzocato, con una lettera ai parroci datata 24 settembre 2015 in cui invitava a mettere a disposizione le canoniche in disuso. Ancor prima, anche se non dovrebbe essere necessario sottolinearlo, quella dell’accoglienza è un’indicazione del Vangelo. La scelta di affidare la gestione alla Caritas diocesana, inoltre, è data dalla evidente volontà di sollevare i Parroci da responsabilità di carattere giuridico, da incombenze amministrative, dai rapporti con le istituzioni e dalle problematiche inerenti alla gestione delle strutture e dei servizi. Concludiamo esprimendo tutta la nostra più profonda solidarietà al nostro Parroco, don Emmanuel Rundiste, che in queste ore sta subendo attacchi vergognosi e in malafede. Siamo e saremo con lui”.