Il settore legno-arredo verso lo sciopero
Un’intera giornata di astensione dal lavoro del settore legno-arredo venerdì 28 ottobre, che in Fvg sarà accompagnata da una manifestazione unitaria dei sindacati di categoria, che dovrebbe tenersi a Udine. Questo il programma definito oggi dai delegati Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, riunitisi a Brugnera (Pordenone) assieme ai loro colleghi del Veneto. Previsto anche un fitto programma di assemblee nelle aziende interessate dal contratto Federlegno Confindustria
Già partito intanto il blocco degli straordinari e della flessibilità. Quella flessibilità che rappresenta uno dei punti di rottura della trattativa, vista la prtesesa di Federlegno di portare dalle attuali 80 a 140 ore, peraltro non più contrattate, il tetto massimo di ricorso allo strumento nel corso dell’anno. «Una richiesta irricevibile – commenta il segretario regionale Fillea Cgil Emiliano Giareghi – così come le richieste di innalzare le soglie massime di ricorso ai contrati a termine e al lavoro interinale». Distanze enormi anche sula parte economica, con una piattaforma che punta ad aumenti medi compresi tra i 70 e i 100 euro, mentre Federlegno propone un anticipo di 40 euro mensili, con possibilità di conguaglio negativo in caso di inflazione inferiore a quella programmata.
Da qui la rottura della trattativa, lo scorso 3 ottobre, e una mobilitazione che in Friuli Venezia Giulia interessa circa 10mila dei 18mila lavoratori dipendenti dei comparti legno e arredo. «Comparti che dopo una crisi durissima, con 4.500 posti persi ufficilamente dal 2010 al 2014, ma almeno 6.000 dall-inizio della crisi a oggi, incomincia a intravedere qualche segnale positivo, sia pure a macchia di leopardo», commenta ancora Giareghi, che sottolinea l’importanza del nuovo contratto anche in chiave di rilancio del comparto. «Anche in questa regione – dichiara ancora il segretario Fillea – assistiamo infatti a una costante precarizzazione del lavoro, anche attraverso un ricorso crescente a forme di dumping contrattuale. Se vogliamo davvero invertire la rotta bisogna investire anche sulla qualità del lavoro, oltre che in innovazione e nella ricerca di mercati a elevato valore aggiunto, contribuendo così al rilancio di un settore che nonostante la crisi resta strategico per l’economia del Fvg, forte di aziende all’avanguardia a livello nazionale e internazionale».