Sindaci “ribelli” e Comitati: “Stralciare la legge sull’acqua o sarà referendum”
Così come scritta è da bocciare su tutta la linea l’attuale proposta di legge n.135 in discussione in Consiglio regionale recante le modifiche alle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani in Friuli Venezia Giulia. A sostenerlo ieri in conferenza stampa i rappresentanti dei comitati carnici e i sindaci “ribelli” di Forni Avoltri, Cercivento e Ligosullo che continuano a rivendicare una gestione autonoma del servizio idrico nelle piccole comunità.
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“Tale proposta, incurante del fallimento della politica accentratrice dimostrato dal caso di Carniacque spa nonché delle marcate specificità della Bassa Friulana, del Medio Friuli e del territorio montano – hanno spiegato – prevede un ulteriore accentramento sia del governo (Autorità Unica per il Servizio Idrico e i Rifiuti –AUSIR) che della gestione del servizio idrico con conseguenti aumenti delle bollette, allontanandolo sempre di più dai cittadini-utenti, penalizzando ancor più la montagna. Si prepara così il terreno alla consegna di un servizio vitale e strategico come quello del bene comune acqua alla potente multiutility Hera, peraltro già presente in regione, territorio con sempre meno “autonomia speciale” e sempre più di conquista da parte di potentati esterni con la complicità della politica e delle istituzioni locali”.
Se non verranno recepite le istanze per una clausola di salvaguardia che tuteli la montagna e le sue popolazioni, sindaci e comitati si sono detti pronti ad una nuova raccolta di firme per un referendum abrogativo.
LA MAPPA DELLE RETI DEL CAFC SPA
A Boschetti, l’acqua è di tutti, non della montagna: l’unico modo di ottenere benefici è quello di avere delle centraline idroelettriche, ma l’abbiamo visto, se la Comunità Montana della Carnia è stata lungimirante non così i comuni. Rimane che, se nella tariffa del servizio idrico integrato si devono inserire anche le spese di reintegra di reti e impianti, ai piccoli comuni, con poca popolazione conviene, anzi è indispensabile, entrare in una coorte di contribuenti più ampia, pena tariffe astronomiche. In merito a Hera, continua a rimanere una società di servizi ampiamente controllata da enti pubblici, non è né Vivendi, né Lyonnaise de l’Eau.