Sostegno al reddito e rette per i Nido, le ultime novità
Il Regolamento per l’attuazione della misura di sostegno al reddito, proposto dall’assessore alle Politiche sociali Maria Sandra Telesca di concerto con l’assessore al Lavoro Loredana Panariti, ha ottenuto l’approvazione definitiva da parte della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia nella seduta di oggi.
Il provvedimento consiste in un intervento monetario, dell’ammontare massimo mensile di 550 euro, erogato dai Servizi sociali dei Comuni nell’ambito di un percorso concordato, finalizzato a superare le condizioni di difficoltà di un nucleo familiare (anche se composto da una sola persona). La misura può essere concessa per un periodo complessivo di dodici mesi, ma, previa interruzione di almeno un bimestre, può essere assegnata nuovamente per un periodo di ulteriori dodici mesi, anche non continuativi, a condizione che perdurino i requisiti di accesso e a seguito di ridefinizione del patto di inclusione.
Il patto contiene obiettivi di inclusione sociale, di occupabilità, di inserimento lavorativo e di riduzione dei rischi di marginalità e, a tal fine, prevede le attività destinate ai componenti il nucleo familiare tra cui: a) azioni di ricerca attiva di lavoro; b) adesione a progetti di formazione o inclusione lavorativa; c) frequenza e impegno scolastico; d)comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute; e) espletamento di attività utili alla collettività, anche nell’ambito di progetti realizzati da soggetti del terzo settore, Enti locali e Amministrazioni pubbliche. La misura di sostegno al reddito è destinata a nuclei che abbiano un componente residente in Friuli Venezia Giulia da almeno 24 mesi continuativi e un Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) inferiore o uguale a 6 mila euro.
Tra i requisiti previsti vi è che nessun componente del nucleo sia intestatario di autovetture di cilindrata superiore a 2000 cc se a benzina o 2500 cc se diesel, di motoveicoli di cilindrata superiore 750 cc o di imbarcazioni da diporto. Inoltre nel nucleo familiare non vi deve essere alcun beneficiario, nello stesso periodo nel quale la misura è concessa, di altri trattamenti economici, anche fiscalmente esenti, di natura previdenziale, indennitaria e assistenziale, a qualunque titolo concessi dallo Stato o da altre pubbliche amministrazioni, il cui valore complessivo sia superiore a 600 euro mensili, elevati a 900 euro in caso di presenza nel nucleo di persona non autosufficiente, come definita ai fini Isee e risultante nella Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica).
Il provvedimento, nella sua formulazione definitiva, ha recepito alcuni ritocchi. La modifica più importante tiene conto di una criticità emersa in sede di confronto con il Consiglio delle Autonomie locali e legata alle nuove norme in materia di contabilità e in previsione dell’istituzione delle Uti (Unioni territoriali intercomunali). L’Amministrazione regionale per l’avvio della misura di sostegno al reddito trasferirà ai Servizi sociali comunali non più “il 50 per cento delle risorse disponibili” bensì “una quota fino al 50 per cento delle risorse disponibili”. Altre modifiche, recepite nel regolamento definitivo, sono state espressamente richieste dal Consiglio delle Autonomie locali e dalla III Commissione del Consiglio regionale.
“Qualora nel nucleo familiare sia presente un componente che abbia beneficiato di interventi economici finanziati con il Fondo solidarietà di cui dall’articolo 9, comma 9, della legge regionale 14 agosto 2008, n. 9 (Assestamento del bilancio 2008), la domanda di accesso alla misura non può essere presentata prima che siano trascorsi almeno 60 giorni dal mese di scadenza dell’intervento”. Nella formulazione iniziale il termine era di 120 giorni. Un’integrazione riguarda la sospensione della misura nel caso di mancata presentazione dell’aggiornamento della Dsu alla scadenza prevista, sospensione che perdura fino alla data della nuova Dsu e che può portare alla revoca della misura qualora il richiedente non presenti la sua nuova comunicazione entro 60 giorni dalla scadenza del termine.
Il sostegno al reddito decade anche in caso di “mancata frequenza dei percorsi scolastici o di istruzione e formazione professionale obbligatori per l’adempimento dell’obbligo di istruzione da parte dei minori presenti nel nucleo familiare beneficiario, senza giustificato motivo e per un periodo tale da comportare l’invalidità dell’anno scolastico come stabilito dalle norme statali vigenti in materia”. Il regolamento entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione
FISSATI GLI ABBATTIMENTI PER LE RETTE DEL NIDO
La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali e alla Famiglia Maria Sandra Telesca, ha approvato la delibera che determina per l’anno educativo 2015-16 gli importi mensili del beneficio per la frequenza ai servizi educativi per la prima infanzia.
A fronte di una disponibilità di risorse pari a 4 milioni di euro e della presentazione, entro il 7 settembre, di 2.913 domande riferite a 246 servizi educativi, è stato determinato il beneficio massimo pari a 180 euro mensili per la fascia Isee da 0 a 10 mila euro per iscritti a tempo pieno a nidi, servizi domiciliari e servizi sperimentali assimilabili. Per i medesimi servizi, gli iscritti appartenenti alla fascia Isee da 10 mila e 1 a 15 mila euro beneficeranno di un abbattimento pari a 144 euro mensili (il 20 p.c. in meno), mentre per le fasce con Isee da 15 mila e 1 a 20 mila euro e da 20 mila e 1 a 30 mila euro l’abbattimento scende, rispettivamente, a 126 e 90 euro (-30 p.c. e -50 p.c. rispetto alla fascia sociale più svantaggiata).
Per gli iscritti ai medesimi servizi educativi, ma a tempo parziale, così come ai “centri bambini e genitori”, spazi gioco e servizi sperimentali assimilabili, i benefici mensili si dimezzano, passando rispettivamente, nelle quattro fasce Isee, a 90, 72, 63 e 45 euro. I soli nuclei familiari con Isee non superiore a 10 mila euro potranno contare, anche nei casi di frequenze ai servizi educativi inferiori alle 30 ore al mese, su un abbattimento mensile nella misura massima di 35 euro, in ragione della finalità di inclusione sociale perseguita nel provvedimento.
La delibera approvata dall’Esecutivo attua il regolamento emanato con decreto del Presidente della Regione del 10 luglio 2015, n.139, nel quale è previsto, all’articolo 6, che i benefici per l’abbattimento delle rette siano stabiliti annualmente dalla Giunta e che gli importi siano graduati in base a quattro fasce Isee. In totale, sulle 2.913 domande di abbattimento delle rette presentate ai servizi educativi iscritti nel Registro regionale dei servizi per la prima infanzia, 1.009 provengono dalla provincia di Udine, 934 dalla provincia di Trieste, 594 da quella di Pordenone e 376 da quella di Gorizia.