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Sovraffollamento e mancanza di agenti penitenziari, il punto sul carcere di Tolmezzo

A oggi sono 147, di cui 17 in regime di 41 bis, i detenuti nel carcere di Tolmezzo (Udine), una struttura concepita per ospitarne 149.

“Non c’è dunque in termini assoluti sovraffollamento, ma nell’alta sicurezza su 100 posti i detenuti sono 123, dunque c’è un sovraffollamento relativo”. Lo rileva Nessuno Tocchi Caino, dopo una visita al carcere, a cui hanno partecipato il segretario, Sergio D’Elia, e la tesoriera, Elisabetta Zamparutti. Della delegazione hanno fatto parte anche il presidente della Camera penale di Udine, Raffaele Conte, e gli avvocati Giacomo di Doi, Patrizia Giacone e Sara Iacolano.

La polizia penitenziaria, spiega l’associazione, “complessivamente ha una forza operativa corrispondente alla pianta organica prevista ma con alcune figure professionali chiave come gli ispettori (-14,29%), i sovrintendenti (-78,57%) e i commissari (-66,67%) in sotto organico. L’area educativa consta di 5 educatori, come da pianta organica”.

Secondo Nessuno tocchi Caino, “le principali criticità materiali riguardano la mancanza di acqua calda nelle celle, dove i bagni sono angusti e privi di doccia interna, mentre una sala della barberia ha invece solo acqua calda”. Un problema serio, così come lo definisce l’associazione, riguarda poi “gli internati al 41bis, cioè i detenuti che hanno espiato la pena ma restano sottoposti alla misura di sicurezza della casa lavoro.
Le continue avversità meteorologiche che mettono fuori uso la serra impediscono di offrire quel lavoro continuativo che giustifica la misura di sicurezza. Problema a cui la direttrice Irene Iannucci fa fronte trovando comunque un lavoro, eccetto che per due internati che le autorità sanitarie hanno dichiarato inabili al lavoro. Per Nessuno tocchi Caino è inconcepibile applicare la misura di sicurezza della casa lavoro nei confronti di chi è inabile al lavoro”.

L’associazione rileva infine “la mancanza ancora di un’area contabile e di un garante cittadino” ed esprime un “giudizio positivo” sull’operato di dirigente e comandante della struttura.