Spese Pazze in Consiglio regionale FVG: 18 assoluzioni, 3 patteggiamenti e 1 rinvio a giudizio
Un rinvio a giudizio, tre patteggiamenti e 18 assoluzioni perché il fatto non sussiste: questa la decisione del Gup del tribunale di Trieste, Giorgio Nicoli, sui 22 indagati tra consiglieri regionali attuali e delle precedenti amministrazioni, accusati di peculato in merito alla cosiddetta inchiesta “spese pazze”.
Nel procedimento, istruito per utilizzo illecito di soldi pubblici relativo al periodo dal 2010 al 2012, l’accusa aveva chiesto per tutti pene variabili da un anno e otto mesi a due anni e tre mesi. Il Gup ha emesso due sentenze, una per le persone che avevano opposto il rito abbreviato e una per gli altri, ed ha assolto 18 indagati perché il fatto non sussiste ( si tratta dei consiglieri regionali Daniele Galasso, Massimo Blasoni, Maurizio Bucci, Piero Camber, Sandro Della Mea, Antonio Pedicini, Alessandro Tesini, Piero Tononi, Gaetano Valenti, Gianfranco Moretton, Elio De Anna, Daniele Gerolin, Mara Piccin, Roberto Asquini, Enore Picco, Federico Razzini, del consigliere comunale di Trieste Everest Bertoli e dell’elicotterista Paolo Iuri).
Ha rinviato a giudizio il consigliere della Lega Nord Ugo De Mattia, che andrà a dibattimento il 7 giugno; poi ha accolto il rito patteggiato per nove mesi di reclusione pena sospesa, per l’ex presidente del Consiglio regionale, leghista, Edouard Ballaman (che ha già rimborsato oltre 4.000 euro alla Regione); e quello di Matteo Caldieraro (unico non politico tra tutti), per una pena, sospesa, di due mesi di reclusione. Infine, ha parzialmente accolto il patteggiamento dell’ex capogruppo della Lega Danilo Narduzzi, che dunque dovrà tornare davanti al Gup.
Le motivazioni verranno depositate entro i prossimi 30 giorni.
“Queste vicende sono nate sulla scia dell’inchiesta su Fiorito, nel Lazio, ma in Friuli Venezia Giulia nessuno di quei fatti è riconducibile, per le persone assolte, all’esempio del Lazio”. Lo ha detto il Gup del Tribunale di Trieste, Giorgio Nicoli, che oggi ha assolto 18 dei 22 indagati per l’inchiesta “spese pazze”. “Un conto – ha proseguito – è prendere denaro del gruppo per versarlo sul proprio conto corrente o per acquistare immobili, ma in Friuli Venezia Giulia non c’era nessuna contestazione di fondi utilizzati in questo modo e non si discuteva la legittimità di fondi impiegati per spese proprie”.