Stanziati 2,5 milioni di euro ai Comuni FVG per i mancati incassi dell’imposta di soggiorno
La forte contrazione del movimento turistico, nel corso dell’anno 2020 che sta volgendo al termine, ha avuto un impatto diretto anche sulle casse degli enti locali. L’effetto più immediato riguarda l’imposta di soggiorno, finora introdotta da 9 tra i Comuni più turistici del Friuli Venezia Giulia.
Arrivano però i fondi statali a coprire gli ammanchi nei bilanci comunali determinati dai mancati introiti dell’imposta di soggiorno. Infatti, un decreto del Ministero dell’Interno del 14 dicembre scorso ha definito, Comune per Comune, la seconda tranche di aiuti: nel complesso, sono stati stanziati 400 milioni di euro. Il riparto del fondo è stato effettuato in proporzione al gettito di ciascun ente e all’effettiva perdita di incasso registrata nel periodo gennaio-ottobre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
Secondo l’analisi della Fondazione Think Tank Nord Est, i Comuni del Friuli Venezia Giulia incamerano poco più di 2,5 milioni di euro, pari al 51,2% dell’incasso preventivato a inizio anno nei bilanci in una situazione pre-covid (quasi 5 milioni di euro). Si tratta di un contributo significativo, quasi ovunque sufficiente a coprire le perdite preventivate, considerando che – almeno tra luglio e agosto – il movimento turistico è stato rilevante.
La maggior parte di queste risorse va al Comune di Trieste, che incassa quasi 1,3 milioni di euro, pari al 75,9% di quanto previsto a inizio 2020 (1,7 milioni di euro). Grado e Lignano Sabbiadoro ottengono circa 540 mila euro: ma se per Grado si tratta di una somma importante, che copre il 54,4% della previsione iniziale (1 milione di euro), per Lignano, invece, si arriva ad un rimborso pari solamente al 26,9% dei 2 milioni di euro stimati.
Più ridotte le somme ottenute dagli altri Municipi: poco meno di 60 mila euro per Duino Aurisina (58,5% di ristoro); poco più di 36 mila euro per Aquileia (69,1%); circa 31 mila euro per Arta Terme (in questo caso è stato ottenuto un rimborso superiore alla previsione di incasso di inizio anno); quasi 18 mila euro per Forni Avoltri (76,6%); poco più di 10 mila euro per Ravascletto (57,1%); meno di 5 mila euro per Sauris (23,1%).
“E’ fondamentale che i Comuni utilizzino queste risorse per interventi specificatamente dedicati al turismo – sostiene Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est – perché l’imposta di soggiorno è un’imposta di scopo istituita proprio per sostenere questo settore. Grazie a questi fondi statali, quindi, i Comuni potranno proseguire il proprio piano di investimenti nel settore turistico. Al tempo stesso, potranno valutare anche un piano di risarcimenti o esenzioni per gli operatori. Se invece lo stanziamento di queste risorse fosse utile solo per consentire ai Comuni di coprire le perdite – conclude Ferrarelli – verrebbero completamente snaturate le finalità originarie dell’imposta di soggiorno.”
Stima (ante Covid-19) del gettito 2020 dell’imposta di soggiorno nei Comuni del Friuli Venezia Giulia e quota di ristoro da fondi statali.
Fonte: elaborazioni Fondazione Think Tank Nord Est su dati bilanci preventivi dei Comuni e Ministero dell’Interno.
(nella foto una veduta di Sauris di Sotto)