Stefano De Carli nuovo primario della Medicina all’ospedale di San Daniele
Dal lunedì 15 gennaio il reparto di Medicina Generale dell’Ospedale di San Daniele avrà il suo nuovo primario: è il dr. Stefano De Carli, proveniente dall’ASUI di Udine.
Nato a Udine nel 1966 e laureatosi a Trieste nel 1991, ha ottenuto la specializzazione in Medicina Interna nel 1998 e nel 2006 ha conseguito una seconda specializzazione in Medicina dello Sport, approfondendo così le conoscenze sul ruolo terapeutico dell’attività motoria, in particolare nelle patologie croniche. È stato inoltre docente di fisiologia per il corso di laurea in Scienze Infermieristiche di Udine e di medicina interna presso il corso di scienze motorie di Gemona.
Da circa 10 anni, sono particolarmente rilevanti per il dr. De Carli gli studi sulla Clinical Governance: nel 2010 ha ottenuto il master di 2° livello in Clinical Governance in Medicina Interna e attualmente ricopre il ruolo di referente nazionale.
“La Medicina interna gioca a mio avviso un ruolo cardine nel sistema sanitario – afferma il nuovo primario – essendo presente in tutte le realtà ospedaliere ed è coinvolta nella gran parte dei percorsi clinici e dei processi organizzativi che interessano i percorsi di malattia. Ha un nuovo e sempre più imponente orizzonte di attività che è quello della gestione della malattia cronica che per la sua complessità oltre a determinare la vita delle persone è a volte determinante nella organizzazione degli ospedali, se pensiamo ad esempio al sovraffollamento delle strutture deputate all’emergenza-urgenza e delle degenze”.
“Ritengo fondamentale – continua il dr. De Carli – sviluppare modelli di gestione della patologia nuovi, anche in integrazione con il territorio in modo che il ricovero non diventi l’unica scelta, a volte inappropriata. Purtroppo è opinione comune ritenere che l’ospedale risolva ogni problema, ma un ricovero inappropriato non è solo un problema dei medici o di chi gestisce la sanità, ma anche del paziente stesso. La medicina non è una scienza esatta e nella pratica clinica quotidiana tutti gli elementi a disposizione devono essere interpretati: solo così sono realizzabili sui pazienti, non essendo nessun paziente uguale all’altro, perché, riprendendo un autore anglosassone, non esistono malattie ma solo persone malate”.
Aspetto fondamentale l’aggiornamento continuo, secondo il nuovo Direttore: “È fondamentale che il medico moderno, e l’internista in particolare, sia costantemente aggiornato e faccia emergere i bisogni reali e soddisfabili del paziente, rispetto a quelli percepiti o indotti, che incrementano il ricorso a cure inappropriate, costose e spesso dannose, che incidono sulle liste di attesa. La medicina moderna prevede una sempre maggiore integrazione tra ospedale e territorio ed è la direzione verso cui sta evolvendo il sistema sanitario in tutte le regioni italiane. È fondamentale per questo il dialogo diretto fra i reparti di Medicina Interna, le diverse strutture ospedaliere, i distretti e i medici di medici di medicina generale, in particolare in un territorio molto vasto e differenziato come quello dell’AAS3, nell’interesse del paziente che rimane al centro del processo di cura”.
Infine, il dr. De Carli parla di un aspetto spesso sottovalutato all’interno delle strutture sanitarie: “Nel trattamento delle patologie croniche gioca un ruolo fondamentale la comunicazione fra medico e paziente e fra professionisti sanitari che entrano nel percorso di cura della persona, perché solamente così possiamo immaginare percorsi efficaci, sicuri e soprattutto rispettosi delle scelte. Questo approccio che coinvolge anche i familiari e i caregiver, nel caso di pazienti deboli, previene le riacutizzazioni riducendo così il ricorso alle cure ospedaliere e ai ricoveri ripetuti”.
La chiusura spetta al Direttore Generale dell’AAS3, dr. Pierpaolo Benetollo: “In primo luogo sono contento che la posizione offerta sia risultata interessante per diversi validi candidati e che il concorso sia stato combattuto: do il benvenuto al dr. De Carli che ho avuto modo di conoscere e sono davvero convinto che potrà inserirsi benissimo nella nostra comunità professionale, contribuendo a rinforzare la qualificata offerta assistenziale ai cittadini e arricchendo allo stesso tempo quello scambio di saperi ed intelligenze fondamentale all’interno di un Ospedale”.