Sulle Uti l’Anci dice no ad azioni punitive e coercitive
Ripartire dal punto di rottura: Anci Fvg esprime ancora una volta la propria disponibilità al confronto costruttivo sulla Legge 26 ma a condizione che la Regione faccia marcia indietro di fronte ad ogni forma di illogica penalizzazione per i comuni che non aderiscono alle UTI.
“Siamo pronti a risederci al tavolo con il governo regionale ma deve essere un tavolo di risoluzione, di confronto reale e costruttivo, altrimenti lo scenario probabile è quello di altri ricorsi o di un’adesione solo formale alle Uti che in alcuni territori le svuoterebbe di efficacia” – sono decise le parole del presidente Mario Pezzetta (nella foto) a conclusione del Comitato esecutivo di oggi che vede i sindaci compatti in un fronte comune.
“Gli ultimi emendamenti presentati, infatti, invece di favorire maggiore flessibilità e una obbligatorietà ragionata, contraddicono norme importanti appena approvate come la legge 18 sulla finanza locale”.
In queste ore emerge la proposta di ridurre le penalizzazioni per i comuni non aderenti o ricorrenti dal 15 al 7,5% del fondo perequativo. Tale misura rischia di rivelarsi inefficace a causa della necessità di approvare i bilanci triennali: i comuni devono per forza tener conto della previsione dei tagli che, secondo la Legge 26, dovrebbero arrivare al 45% nel 2018. Nessuna amministrazione è in grado di ridurre le proprie spese in modo così consistente: il risultato sarà che i comuni ricorrenti e che non aderenti non saranno in grado di approvare il bilancio.
La posizione di Anci è chiara: alcune funzioni comunali strategiche dovranno essere svolte a livello sovracomunale (come il piano strategico del territorio che ha implicazioni urbanistiche e di infrastrutture), mentre i servizi potranno essere regolati secondo il principio di adeguatezza.
Sono intervenuti Elena Cecotti, Debora Del Basso, Paolo Urbani, Renato Carlantoni, Renzo Francesconi, Fabio Gentile, Roberto Ceraolo, Renzo Mazzer, Pino Napoli, Lavinia Clarotto, Paolo Menis.