Tagliamento, scontro in aula sulla traversa laminante di Dignano
Nel cinquantottesimo anniversario di “una data tragica, il 4 novembre 1966, che vide il territorio di Latisana colpito da una tremenda alluvione” – come ha ricordato in apertura di seduta con un videomessaggio il presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, prima del minuto di raccoglimento in memoria delle vittime – la IV Commissione, sotto la presidenza di Edy Morandini (Fp), ha voluto approfondire ipotesi e progetti per la sicurezza idraulica del fiume Tagliamento con tutti i portatori d’interesse nel corso di una lunga giornata di audizioni. Il confronto pubblico era stato richiesto da Andrea Carli (Pd) per conto di tutti i consiglieri di opposizione.
Sul tappeto, le due delibere della Giunta regionale che nel corso di quest’anno hanno preparato il terreno alla realizzazione di una traversa laminante in comune di Dignano, adiacente al ponte, per la creazione di un bacino di espansione. Un’idea che ha fin da subito generato due opposte tifoserie.
Da una parte, pronti a realizzare le opere, ci sono il Governo regionale (“che non ha alcuna intenzione di mandare la palla in tribuna”, come ha ribadito oggi l’assessore Fabio Scoccimarro), l’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi orientali – che con la segretaria Marina Colaizzi ha ammonito: “Non possiamo permetterci altri 10 anni di confronti, visto quel che è successo di recente in Emilia Romagna e a Valencia” – e i sindaci dei comuni della Bassa. Dall’altra i primi cittadini dei comuni dell’area collinare, le associazioni ambientaliste ed esperti come Giorgio Damiano, già attivo nel Laboratorio Tagliamento, che vedono nella traversa laminante “un eco-mostro destinato a lasciare segni devastanti sul territorio”.
Si tratta in ogni caso di un tema complesso, tanto è vero che la prima parte delle audizioni è durata 4 ore e mezza, sforando di un’ora i tempi previsti. È stata lunga e dettagliata, in particolare, la relazione di Massimo Canali, direttore regionale dell’Ambiente, che con l’ausilio dei funzionari dell’Autorità di bacino Michele Ferri e Federica Moretti ha ripercorso l’intera cronologia e molti aspetti tecnici della vicenda, che ha vissuto una tappa importante nel momento in cui vennero proposte le casse di espansione tra Pinzano e Dignano, opere poi contestate con una serie di ricorsi.
La nuova ipotesi in campo, quella della traversa laminante a Dignano, si basa su un modello “che è stato validato in base ai più recenti eventi meteo avversi accaduti alla fine dell’anno scorso”. Si tratta comunque, è stato chiarito, di “proposte di interventi e non di interventi già progettati”. Canali ha poi precisato che l’Amministrazione ha deciso che la traversa laminante “farà da supporto per un ponte nuovo, dunque si tratta di un’opera unica e non di due diverse strutture”.
Nel caldeggiare questo tipo di soluzione, Scoccimarro ha invitato “a evitare barricate ideologiche e campanilistiche, perché intervenire è un nostro dovere umano e politico. L’ascolto e il confronto non sono mai mancati, ma chi oggi parla di diga mente sapendo di mentire: ci si sta orientando verso la realizzazione di un ponte moderno, che funga anche da opera di laminazione in caso di necessità. Chi dice che basterebbe lasciare il Tagliamento libero di scorrere – ha aggiunto l’assessore alla Difesa dell’ambiente – alimenta solo un’immagine da cartolina, un sogno che non è realistico. Se c’è qualcuno che ha alternative efficaci e sostenibili, le presenti e non si limiti alle parole”.
Sulla stessa linea Vannia Gava, viceministro all’Ambiente, che ha ricordato la dimensione del rischio idrogeologico: “Sono esposti a frane e alluvioni 7.200 comuni italiani, il 17 per cento dell’intero territorio. E a intensificare i fenomeni provvedono i profondi cambiamenti climatici, che provocano fenomeni meteo estremi. Bisogna dunque – ha sottolineato l’esponente del Governo Meloni – puntare sulla prevenzione, come in Veneto e in Lombardia dove di recente i bacini di laminazione hanno protetto i territori dalle piene del Bacchiglione e del Seveso”.
“Abbiamo considerato – ha spiegato poi Colaizzi, segretaria generale dell’Autorità di bacino – tutti gli interessi in gioco, che saranno valutati in fase di progettazione dell’ipotesi di opera selezionata, con la necessità di garantire la sicurezza dei territori a valle e di ridurre il più possibile l’impatto ambientale. Non c’è un ottimo assoluto per tutti, alla fine non tutti saranno pienamente soddisfatti, ma l’altra opzione sarebbe quella di affidarsi al fato”.
Il primo controcanto a questi ragionamenti è arrivato da Giorgio Damiano, già commissario del Laboratorio Tagliamento: “I costi sarebbero molto alti, almeno 200 milioni, senza contare le spese per la successiva manutenzione, tutto questo per un’opera destinata a entrare in funzione 1 o 2 volte ogni cento anni. Ed è sbagliato – ha aggiunto Damiano – immaginare opere trasversali al fiume che avrebbero un impatto negativo sul corso naturale del Tagliamento”. L’esperto ha poi proiettato una video-slide per mostrare il forte impatto ambientale dell’opera, insistendo sul fatto che “la soluzione è il ripristino delle golene, lasciando esondare il fiume in aree agricole”.
LA POSIZIONE DEL PD
«A sei mesi dalla richiesta di audizioni sul progetto della traversa di Dignano sul fiume Tagliamento finalmente siamo riusciti a sentire in Aula tecnici, sindaci e soggetti coinvolti. Ora resta da capire cosa intende fare la Giunta a fronte di quanto emerso oggi, se tirare dritto con un progetto (peraltro cambiato nel corso di questi sei mesi) che vede la contrarietà di una parte del territorio oppure, come auspichiamo, rimettere le carte sul tavolo e valutare possibili percorsi alternativi sui quali crediamo sia necessario comunque un ulteriore confronto». Lo affermano i consiglieri regionali Andrea Carli, Nicola Conficoni e Manuela Celotti (Pd) a margine delle audizioni in 4ª commissione sul progetto per l’intervento di costruzione di una traversa laminante adiacente al ponte di Dignano, sul fiume Tagliamento.
«Ritengo necessario mettere ulteriormente a confronto le differenti posizioni tecniche emerse oggi in commissione» afferma Carli, primo firmatario della richiesta delle audizioni odierne. «Rispetto a quanto emerso oggi, inoltre, è importante che la Giunta chiarisca una serie di punti a partire dalla scelta ultima di intervento, che rispetto alle ipotesi elaborate all’interno del Laboratorio Tagliamento – spiega Carli – non era certo in cima alla lista tra quelle stilate». E inoltre, continua, «rispetto agli insediamenti di cui si è parlato in commissione, è importante che la Giunta chiarisca se la realizzazione del ponte laminante prevede il loro sgombero».
«Come sta accadendo in altre situazioni, come lo sghiaiamento del lago di Barcis o gli interventi sul fiume Meduna, anche con il Tagliamento si è perso tempo prezioso – afferma Conficoni – che ora si vuole recuperare trovando una soluzione definitiva al problema. Peccato che finora gli atti della Giunta abbiamo suscitato solo delusione e malcontento tra i territori: oggi i sindaci del medio corso hanno reiterato la richiesta di ritiro della delibera di Giunta, denunciando ricatti e ribadendo tutte le loro perplessità, quelli del basso corso, Lignano e Latisana, hanno confermato tutte le loro preoccupazioni. E a questo si affiancano le divergenze tra i tecnici, sia sul metodo, sia sul merito. A fronte di tutto questo la domanda è fondamentalmente una, ossia se l’assessore Scoccimarro intenda o meno ritirare la delibera come chiedono sindaci e comunità».
Anche la consigliera Celotti chiede «chiarezza sui cambi di prospettiva che in questi mesi ha avuto la Giunta rispetto all’intervento su Dignano. Le audizioni odierne hanno messo sul piatto fattori di cui va tenuto conto, a partire dalle considerazioni fatte dai tecnici, dalle quali emerge che la traversa non è l’unico progetto possibile, si approfondiscano le alternative, come sottolineato peraltro dall’Istra. I contributi di oggi vanno sviscerati, anche perché i tecnici intervenuti nella seconda parte della commissione hanno sollevato notevoli criticità riguardo all’efficacia dell’opera in termini di mitigazione del rischio, sui costi e sull’impatto paesaggistico e sull’ecosistema del fiume Tagliamento, perplessità peraltro sollevate anche dai sindaci del medio corso. Comprendiamo tutti la posizione delle comunità del basso corso, ma non può essere indifferente quello che si pensa di realizzare nel medio corso, anche perché il Tagliamento, oggi lo abbiamo sentito una volta di più, va considerato come un unicum».
IL PATTO
«L’11 aprile scorso la Giunta Fedriga ha approvato una delibera con la quale è stato approvato il Documento Preliminare alla Progettazione per la realizzazione di una traversa laminante fra Dignano e Spilimbergo, affiancata al ponte esistente. Successivamente, dopo una serie di dichiarazioni contraddittorie come quelle dell’Assessore Scoccimarro che addirittura ha parlato di rischio crollo per il ponte di Dignano in caso di piena del fiume, il 16 luglio scorso la Giunta ha cambiato direzione parlando di ponte-traversa, attraverso una generalità (che non ha la forza di una delibera). Le polemiche e le mobilitazioni che si sono verificate in questi mesi e le contrapposizioni fra territori che si sono palesate anche durante l’audizione odierna, sono frutto quindi anche della confusione che gli atti e le dichiarazioni della Giunta regionale hanno reso pubblici negli ultimi mesi». Questa la posizione espressa dai consiglieri Massimo Moretuzzo e Marco Putto del Gruppo Patto per l’Autonomia – Civica FVG in seguito all’audizione sul Tagliamento che si è svolta oggi in IV Commissione consiliare.
«Questo rende ancora più complicato trovare una soluzione condivisa a un tema che non può più essere rimandato – proseguono i consiglieri –. A 58 anni dall’alluvione di Latisana è impensabile continuare ad evitare di intervenire in modo serio sul tema della mitigazione del rischio che vivono le popolazioni della parte bassa del fiume. Tutte le istituzioni oggi audite, compresi i sindaci della parte del medio e alto corso del Tagliamento, hanno ribadito l’urgenza di agire, senza ulteriori ritardi. Così come non sono state espresse posizioni pregiudiziali, con la disponibilità al confronto serio sulle idee progettuali che la parte tecnica porterà sul tavolo dei diversi portatori di interesse».
«Di certo – concludono Moretuzzo e Putto – condividiamo la riflessione riportata in audizione da Alberto Bernava, sindaco di San Vito al Tagliamento, che ha ricordato all’aula come sia stato davvero spiacevole aver assistito oggi a una profonda spaccatura tra i Comuni che rappresentano le comunità di valle e quelli che rappresentano le comunità di monte: il Tagliamento, per il quale molti Consigli comunali friulani hanno chiesto il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco, deve essere un fiume che unisce e che valorizza il nostro territorio, non che lo divide. La Regione favorisca di più il dialogo e la partecipazione tra i territori, anziché alimentarne la divisione».
LEGAMBIENTE E COMITATI DELLA MONTAGNA
“Non è probabilmente un caso che, per l’Audizione della IV Commissione del Consiglio Regionale dedicata al progetto di una “traversa laminante” sul Tagliamento (prevista in corrispondenza del ponte di Dignano e contestata non solo da Amministrazioni Comunali e da Comitati di cittadini, ma anche da 400 accademici ed esperti di vari Paesi), sia stata scelta la data dell’anniversario dell’Alluvione che 58 anni fa colpì drammaticamente Firenze, Venezia e la nostra stessa regione – così si sono espressi Franceschino Barazzutti del Comitato Popolare per la Tutela del Bacino Montano del Tagliamento e Marco Lepre del Circolo Legambiente della Carnia-Val Canale-Canal del Ferro – Per i rappresentanti del Governo e della Giunta Regionale presenti in aula, infatti, questa costituiva probabilmente l’occasione per proclamare con orgoglio che, dopo tanti anni di discussioni, convegni e studi, per difendere Latisana finalmente si passava alle opere concrete.
All’inizio della seduta il Presidente del Consiglio Regionale Bordin, in un messaggio registrato, aveva chiesto di osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell’alluvione di Latisana. Nel novembre del 1966 a Latisana i morti furono quattro, mentre nella regione si arrivò complessivamente a 18 vittime, dodici delle quali in Carnia. Tra queste il Sindaco di Forni Avoltri, Riccardo Romanin, inghiottito insieme alla sua auto, sulla quale si trovavano anche un tecnico ed un operaio del Comune, mentre stava prestando i primi soccorsi alla popolazione.
È una dimenticanza nei confronti della montagna purtroppo non nuova. Nel Decreto del Presidente della Repubblica del 9 novembre 1966, con il quale veniva delimitata l’area colpita dall’alluvione cui destinare gli aiuti, venivano elencati infatti i Comuni della bassa friulana e Pordenone, ma, stranamente, venivano dimenticati i 39 Comuni montani che costituivano la Comunità Carnica. La cosa sollevò l’immediata protesta dei Sindaci, che minacciarono dimissioni in massa, mentre i sindacati decisero di proclamare lo sciopero generale qualora le richieste non venissero accolte.
Qualche settimana più tardi, commemorando le vittime dell’alluvione nella prima seduta del Consiglio Comunale successiva alla catastrofe, il Sindaco di Tolmezzo Tiziano Dalla Marta dichiarava che “questi morti rappresentano il prezzo doloroso che la Carnia ha pagato per le sue condizioni di sottosviluppo”.
Dispiace che, pur invitati all’audizione odierna, i Sindaci della montagna non si siano fatti sentire per sottolineare le condizioni in cui versa il bacino superiore del Tagliamento e la necessità di ripristinare condizioni naturali del suo corpo idrico, a vantaggio e sicurezza anche della pianura.
Dal dicembre 2021 è depositata in Regione una Petizione Popolare con la richiesta di ridare acqua al nostro fiume e istituire le “Giornate del Tagliamento”. Gli oltre 1300 firmatari sono ancora in attesa di fatti concreti”.