Tolmezzo, Facchin: «Craighero non puo appropriarsi del termine centro sinistra»
In riferimento alle prossime elezioni comunali di Tolmezzo, riceviamo e proponiamo la nota di Emanuele Facchin, presidente della Pro Loco Tolmezzo ed esponente di Azione.
Corre l’obbligo di intervenire su quanto affermato di recente da alcuni articoli di politica locale e cioè che il centro sinistra abbia scelto Marco Craighero come candidato sindaco. Una dichiarazione a cui sono seguite le ancora più fantasiose dichiarazioni di unificazione del centro sinistra.
Ritengo non sia elegante appropriarsi del termine centro sinistra come ha fatto il già assessore dimissionario Marco Craighero, i luoghi politici e ideologici non ci appartengono, piuttosto siamo noi ad appartenere loro, con i nostri pensieri, le nostre azioni e talvolta con il nostro cuore. Tuttavia credo che in questa appropriazione ci sia tutto lo slancio autoreferenziale di un gruppo di persone che ha unilateralmente staccato la spina a un sindaco eletto con ampio e personale consenso dai cittadini di Tolmezzo. Francesco Brollo infatti è stato eletto dal basso e con evidenza chiara del voto, a differenza di chi oggi in un pur legittimo consesso privato di una ventina di persone, che si vuole definire dal basso, viene scelto per fare di necessità virtù; d’altronde che figura ci avrebbe fatto a fare un passo indietro, le dimissioni tattiche di fine gennaio sarebbero apparse nella loro banale inconsistenza politica, più di quanto non lo siano già ora.
Non è elegante come detto sopra e non è neanche vero, perché io personalmente e alcuni componenti della precedente maggioranza di centro sinistra, Alessandro Benzoni, Daniela Borghi e non ultimo Adriano Rainis, intendiamo rappresentare nel nascente progetto di centro quelle sensibilità che contraddistinguono il campo progressista. Offrendo tramite una lista civica un’opportunità di candidatura a coloro che si sentono appartenenti al centro sinistra e offrendo agli elettori stufi di posizioni ideologiche ed eterodirette, quei valori che contraddistinguono il campo progressista e riformatore.
E non è un fatto di infedeltà alla linea o compromissione dell’unità del centro sinistra, come qualcuno dei venti ha affermato invitandomi ad uscire dalla suddetta riunione, è il desiderio di fare e proporre una politica progressista diversa, con meno parole e più sostanza, meno tattica e più lavoro, perché la politica ha bisogno di impegno, di parole e di parolai ce ne sono già troppi.
EMANUELE FACCHIN
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