Tolmezzo, il Paschini-Linussio pioniere in Fvg nella mappatura di dialetti e lingue minoritarie
A fine gennaio ha preso ufficialmente avvio “Vinkiamo”, un progetto innovativo rientrante nelle attività di PCTO (“Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento”), che vede la collaborazione dell’ISIS Paschini-Linussio di Tolmezzo con il Dipartimento di Lingue e Letterature dell’Università di Verona nella mappatura, studio, documentazione e ricerca di diciotto varietà linguistiche presenti nell’Italia settentrionale.
Quella carnica è la prima scuola a livello regionale (e una delle 23 a livello nazionale) che si è proposta attivamente per dare un proprio contributo nel creare una “banca-dati” digitale in cui caricare e conservare memoria e traccia della presenza e dell’uso di lingue e dialetti nell’arco alpino.
L’iniziativa vede la partecipazione di diciotto allievi delle classi terze, quarte e quinte del Liceo linguistico e delle Scienze umane. Gli studenti sono coordinati dal prof. Stefan Rabanus, referente del progetto e ordinario di Lingua e linguistica tedesca presso l’ateneo veronese, e dalla prof.ssa Ilaria Driussi, docente di tedesco al Paschini-Linussio.
Il progetto partirà con una fase formativa, nel corso della quale gli studenti apprenderanno le nozioni di base sui concetti di multilinguismo/plurilinguismo, sulla differenza tra lingua e dialetto e la presenza dei dialetti e delle lingue minoritarie, oltre che sul funzionamento della piattaforma on-line e del database. Successivamente i ragazzi lavoreranno fisicamente “sul campo” per raccogliere, attraverso delle interviste, le storie e voci dei parlanti di un dato dialetto o lingua minoritaria all’interno del comune di riferimento.
“Vinkiamo” rientra all’interno del progetto nazionale “AlpiLinK – Lingue Alpine in contatto”, curato da 26 ricercatori provenienti dagli Atenei di Verona, Trento, Bolzano, Torino, Valle d’Aosta e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Nelle edizioni precedenti sono state raccolte oltre 200 mila registrazioni audio, con il contributo di 1.731 persone provenienti da sei regioni del Nord Italia.
In tal modo è stato sperimentato un nuovo modello partecipativo di ricerca, che fa leva sul coinvolgimento dal basso dei cittadini, delle scuole, degli enti locali e soprattutto dei giovani, ai quali è stato passato il testimone per la conservazione di questo immenso patrimonio immateriale, di elevato valore culturale ed identitario, che sta progressivamente scomparendo.