Tornano a crescere i turisti stranieri in Friuli Venezia Giulia
Nel 2015 la spesa dei viaggiatori stranieri in Friuli Venezia Giulia ammonta a 923 milioni di euro, 75 in più (+8,8%) del 2014. A fare da traino la provincia di Trieste, ventesima in Italia con 374 milioni di spesa del turismo estero. I dati, basati su un’indagine di Banca d’Italia, sono stati rielaborati dal ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo.
Le regioni
In regione, osserva Russo, «prosegue il trend di ripresa visto che nel 2013 eravamo a quota 830 milioni; rimangono però ancora lontani i livelli 2010, quando si superava il miliardo. A livello nazionale il Fvg assorbe il 2,6% dei consumi complessivi dei viaggiatori stranieri e in termini assoluti si posiziona all’undicesimo posto tra le regioni; ai vertici Lazio (con il 18,4%), Lombardia (17,3%), Veneto (14%) e Toscana (11,6%). La metà della spesa si concentra inoltre in sole sei province: Roma (17,9%), Milano (10%), Venezia (8,4%), Firenze (7%), Napoli (4%) e Bolzano (3,5%).
Traino Trieste
Trieste è ventesima (97 milioni in più dello stesso periodo 2014). «Per quanto occorra essere più cauti nel valutare le stime a livello provinciale», precisa Russo, anche Gorizia è in crescita (da 153 a 177 milioni, +15,7%), mentre Udine (da 360 a 321 milioni, -10,8%) e Pordenone (da 57 a 51 milioni, -10,5%) registrano flessioni.
Saldo positivo
Il saldo della bilancia dei pagamenti turistici Fvg nel 2015 (le spese dei viaggiatori regionali all’estero sono aumentate da 677 a 729 milioni) risulta in ogni caso in attivo di 194 milioni (+13,5% rispetto al 2014).
Più arrivi, meno presenze
Si può anche osservare che nel 2015 è aumentato il numero totale di viaggiatori (9,4 milioni, +5,1%) mentre i pernottamenti, ossia le presenze, sono in calo (-4,3%). Quest’ultima voce si riferisce però non solo alle tradizionali tipologie di strutture ricettive, ma comprende anche chi viene ospitato da amici o parenti durante il soggiorno in regione.
Durata del viaggio e spesa media
Con riferimento ai soli viaggiatori stranieri che hanno pernottato in regione, la durata media del viaggio risulta in lieve aumento rispetto al 2014: 3,9 giorni contro 3,6 (la media nazionale è di 6,5 giorni). Sale anche la spesa media pro capite giornaliera degli stranieri che si fermano in Fvg: da 73 a 77 euro. Anche in questo caso la media nazionale è decisamente più elevata e pari a 102 euro nel 2015, contro i 100 dell’anno precedente.
Spesa del turismo straniero in Italia
Nel 2015 le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, pari a circa 35,8 miliardi, sono aumentate del 4,5% rispetto al 2014, confermando la dinamica positiva che ha caratterizzato gli anni recenti (nel 2011 gli introiti complessivi non raggiungevano i 31 miliardi). Sempre nel 2015 le spese degli italiani all’estero, 22 miliardi, sono cresciute in misura minore (+1,5%). La bilancia ha pertanto registrato un avanzo di 13,7 miliardi, in crescita rispetto ai 12,5 dell’anno precedente (+9,6%). Se a livello internazionale il 2015 è stato un anno difficile, l’industria turistica italiana ha invece registrato buoni risultati, beneficiando anche dell’effetto Expo.
Provenienze
La spesa dei viaggiatori stranieri nel 2015 risulta in crescita in gran parte delle regioni (tra le principali eccezioni Emilia Romagna e Piemonte); la metà delle entrate provengono da viaggiatori originari di soli cinque paesi: Germania (15,3%), Usa (12,2%), Francia (9,9%), Regno Unito (8,2%) e Svizzera (6,6%). Nell’ultimo biennio appaiono in ripresa i flussi provenienti dall’Ue (in particolare dalla Germania), ma anche da paesi extracomunitari come Stati Uniti, Canada e Brasile. In netto calo invece quelli provenienti dalla Russia (da 1,4 a 0,9 miliardi), evidentemente a causa della delicata situazione internazionale che ha avuto importanti riflessi anche a livello economico.
Nota
Occorre precisare che i dati comprendono anche gli spostamenti all’estero per motivi di lavoro, inclusi i lavoratori stagionali e frontalieri (ma sono escluse le spese per il trasporto internazionale). La Banca d’Italia realizza da vent’anni tale rilevazione alle frontiere, una tra le più grandi indagini campionarie italiane (130.000 interviste face to face e oltre 1,5 milioni di operazioni di conteggio all’anno), basata su standard metodologici internazionali.