Trasaghis, mobilitazione contro il canale derivatorio: appello al dialogo e alla sostenibilità
Significativa partecipazione di cittadini, comitati, amministratori locali e rappresentanti politici nella giornata di sabato 12 aprile, sulle sponde del lago di Cavazzo, in comune di Trasaghis, per dire No al progetto del canale derivatorio proposto dal Consorzio di Bonifica Pianura Friulana. I partecipanti hanno denunciato l’impatto ambientale dell’opera, in particolare sul delicato equilibrio del lago e del corso montano del Tagliamento. L’obiettivo comune è la tutela e la rinaturalizzazione del più grande lago naturale del Friuli-Venezia Giulia, oltre alla richiesta di una valorizzazione sostenibile del territorio montano. Hanno partecipato in 150, con l’organizzazione curata dai comitati “Salviamo il lago”, “La risorgiva” di Osoppo, “Tutela acque del bacino montano del Tagliamento” e dai circoli Legambiente della Carnia, Canal del Ferro Valcanale e della Pedemontana Gemonese.
MENTIL
«Il progetto del canale derivatorio si conferma inadatto e sbagliato: non va nella direzione della necessaria valorizzazione del territorio, questo non è certo il modo di dare risposte al territorio montano». Lo afferma il consigliere regionale Massimo Mentil (Pd) a margine della manifestazione.
«Su questo tema siamo sempre stati attenti e sensibili, con le attività in Aula e il confronto sul territorio. Un anno fa è stato presentato il progetto del lago a Trasaghis, in un’assemblea pubblica partecipata. In quell’occasione abbiamo avuto subito la percezione che lo studio non valorizzasse adeguatamente il lago, per l’importanza che ha per il territorio e per le persone che ci vivono, ma che, al contrario, fosse l’ennesimo intervento di cura palliativo che non risolve certamente la questione. Oggi, con questa manifestazione, abbiamo inoltre avuto la certificazione dell’assenza di dialogo da parte del centrodestra e perfino del primo firmatario della mozione portata in commissione e in Aula dall’opposizione. La strategia della Giunta e della maggioranza di centrodestra continua a non dare risposte ai bisogni della montagna, come avviene anche sul delicato fronte sanitario, dove, un passo alla volta, si stanno eliminando i servizi essenziali».
CELOTTI
«Rispetto al progetto del canale derivatorio la Regione si fermi e ascolti le posizioni delle comunità e dei Comuni di Osoppo, Trasaghis, Bordano e Cavazzo Carnico, che a seguito degli approfondimenti fatti e delle evidenze emerse hanno espresso la contrarietà all’opera. Auspico quindi che la Comunità collinare del Friuli affronti il tema in assemblea dei sindaci e sostenga la posizione del Comune di Osoppo, come è stato sempre fatto sui temi del Tagliamento». Lo afferma la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) a margine della manifestazione.
«In questa giornata si è parlato della tutela di un bene comune che merita un interesse generale e non solo da parte dei Comuni direttamente coinvolti nell’opera. Spero che la Comunità collinare del Friuli avvii un ragionamento condiviso e di area vasta in Assemblea dei sindaci, come ha storicamente fatto su questi temi, anche recentemente rispetto alla traversa di Dignano, con un voto di contrarietà unanime da parte dell’Assemblea». E ancora, prosegue Celotti, «questa è anche l’occasione per far partire un nuovo ragionamento che coinvolga anche gli altri Comuni dell’area di competenza del Consorzio di bonifica pianura friulana. Parliamo di un intervento che impatterebbe nuovamente su un territorio che ospita già importanti infrastrutture, e di un’area vasta sulla quale pendono ipotesi di grandi opere come la traversa laminante a Dignano, passando per il contestatissimo collegamento tra Sequals e Gemona. Tutti progetti che hanno generato la contrarietà ferma delle comunità territoriali e delle amministrazioni locali e che andrebbero valutati anche nel loro complesso, coinvolgendo in modo concreto tutte le realtà presenti sul territorio».
PELLEGRINO
“Sulle rive del lago di Cavazzo o dei tre comuni si sono riuniti ancora una volta i comitati assieme ai sindaci, ma soprattutto ai cittadini e cittadine della val del lago, per fare il punto sui tanti problemi che interessano la vita del più grande lago naturale della nostra regione”.
Lo dice, in una nota, la consigliera regionale Serena Pellegrino, Alleanza Verdi Sinistra.
“Interessi particolari e di alcune persone che avanzano progetti che sempre più spesso vanno a vantaggio di pochi a scapito dell’ambiente, patrimonio unico e non rinnovabile. La centrale idroelettrica a nord e la captazione dell’acqua prevalentemente per uso industriale a sud – prosegue Pellegrino – metteranno in serio pericolo la vita del lago impedendo la sua rinaturalizzazione. Continuare a dire che la realizzazione del canale derivatorio sia finalizzato all’agricoltura o per la potabilizzazione è una falsa motivazione: l’hanno di fatto dichiarato ormai senza nascondimenti anche i proponenti dell’opera. Un progetto così fortemente impattante avrà evidenti conseguenze, il motivo per cui c’è una forte opposizione da parte della Giunta a realizzare il bypass delle acque turbinate dalla centrale che ora finiscono nel lago rendendolo più gelido, è evidentemente conseguente al canale derivatorio”.
“Centrale e canale derivatorio – incalza la vicepresidente della IV Commissione – funzionano come vasi comunicanti: la centrale reimmette nel lago le acque turbinate e con il canale le stesse acque del lago vengono successivamente prelevate per essere nuovamente turbinate a valle. Voglio ricordare che utilizzare le risorse della montagna non può che creare difficoltà e disagi anche alla pianura. Ci tengo a ribadire ancora una volta che il benessere dell’uomo passa necessariamente da quello ambientale. Non comprendere questo elementare assioma condannerà la nostra regione a un futuro di povertà e a una nuova stagione di emigrazione.
“Mi auguro che la mozione che è stata votata quasi all’unanimità in accordo con la Giunta regionale per la realizzazione del by-pass con la valvola di regolazione possa diventare subito un progetto da realizzare. Noi vigileremo costantemente su questo enorme bene ambientale, perché non venga disperso e depauperato un patrimonio di tutti e universale”, conclude la nota.