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Treni, una mattinata di ritardi e disagi per i pendolari FVG

Proponiamo la nota inviata dal Comitato Pendolari Alto Friuli all’assessore regionale alla Mobilità Graziano Pizzimenti in merito ai gravi disagi che hanno colpito questa mattina gran parte delle linee regionali.

In data odierna (17 settembre 2021) si sono verificati gravissimi disservizi sulle linee regionali, in particolare sulla linea Trieste – Udine – Venezia, con ritardi fino a ottanta minuti in pieno orario di punta (e peraltro al secondo giorno di scuola).

Un treno di Trenitalia risulta essersi guastato in linea fra Trieste e Monfalcone alle prime luci dell’alba, bloccando la linea. Di conseguenza, da Gorizia e Udine verso Venezia non vi sono stati treni per un tempo di più di un’ora e mezza, con enormi disagi per pendolari, studenti e viaggiatori con coincidenze previste a Mestre.
In proposito, occorre rappresentare che:
– l’impresa ferroviaria Trenitalia non ha fornito alcuna soluzione alternativa: da Udine verso Venezia non sono partiti treni regionali tra le 6.32 (treno 16811 partito in orario) e le 8.16 (treno 17354/17359 previsto alle ore 6.58 ma partito appunto alle 8.16 con circa ottanta minuti di ritardo);
– la medesima impresa ferroviaria, pur a conoscenza del gravissimo ritardo che stavano maturando i treni da Trieste, non ha neppure permesso ai viaggiatori da Udine di utilizzare il treno FrecciaRossa 9409 delle 6.47, pur della medesima impresa ferroviaria, nè tantomeno ha preso gli opportuni accordi per far viaggiare i passeggeri sul treno Italo delle ore 7.27;
– è ulteriormente da notare che, benché il guasto al treno si sia verificato intorno alle 5 del mattino, Trenitalia non è stata in grado di approntare un treno nemmeno da Monfalcone, Gorizia, o quantomeno da Udine verso Venezia, limitando il disagio ed evitando di bloccare una linea in perfetta efficienza. Non è infatti accettabile che fra le 5 e le 7 non si sia approntato un treno almeno fra Udine e Venezia, fornendo pochissime informazioni e condannando i viaggiatori a un’attesa di un’ora e tre quarti in presenza di una linea perfettamente efficiente. Comprendiamo che l’impresa ferroviaria non abbia sempre disponibilità immediata di materiale rotabile (anche se parliamo di Udine e non di Roccacannuccia), però si poteva far retrocedere un treno a Monfalcone senza farlo arrivare a Trieste, oppure più semplicemente “sacrificare” un treno di una linea minore e facilmente autosostituibile come il treno 16467 delle ore 7.00 da Udine per Cervignano e Trieste; quel materiale (CAF ETR563/564, neanche tanto piccolo) avrebbe potuto svolgere un treno per Venezia sulla traccia del 17359, mentre i viaggiatori per Monfalcone e Trieste avevano a disposizione il treno 3601, comunque veloce, che è partito da Udine proprio alle 7.00; sarebbe stata scoperta solo Palmanova, che si poteva coprire con un bus, e da Cervignano a Trieste ci sono altri treni (insomma, qualche soluzione si doveva trovare);
– in occasione del secondo giorno di scuola, è anche potenzialmente rischioso che l’utenza di molti treni finisca per concentrarsi sul primo treno utile;
– i tempi di recupero o di soccorso a un treno guasto sono sempre eccessivi, anche quando i guasti si verificano nelle immediate vicinanze di un impianto come quello di Trieste, dal quale si dovrebbe poter inviare sollecitamente un locomotore di soccorso, quantomeno al fine di trainare il convoglio guasto e liberare il più rapidamente possibile la linea (nel caso odierno, il convoglio guasto è poi ripartito dopo una lunghissima sosta);
– non si può parlare di evento imprevedibile, giacché il fatto che un treno si possa guastare è un’eventualità da mettere in conto quale possibile; è invece inaccettabile che, a distanza di molti anni dalle prime segnalazioni dei comitati pendolari, resesi costanti sul punto, non sia stato ripristinato il posto di comunicazione di Grignano, ovvero gli scambi che permetterebbero di superare treni guasti ovvero di effettuare una circolazione “a senso unico alternato” per una breve tratta, limitando in maniera sostanziale ritardi e disagi.
Su quest’ultimo punto si deve rimarcare che la Regione non risulta essersi mai adeguatamente imposta con il gestore dell’infrastruttura (RFI) affinché ripristinasse le funzionalità di circolazione dell’ex stazione di Grignano (i cui binari di precedenza non avrebbero mai dovuto essere rimossi, in verità, anche nell’ovvia considerazione che la tratta Trieste – Monfalcone è l’unica tratta assolutamente congestionata della regione), rimuovendo alla radice il rischio che un semplice guasto ad un convoglio si traduca in disagi enormi, come periodicamente avviene da molti anni proprio per questo motivo). Sul punto, nelle riunioni fra pendolari, la Regione, l’impresa ferroviaria e il gestore dell’infrastruttura è emerso con chiarezza che tutti i soggetti ritengano fondamentale ripristinare Grignano e anche la stessa RFI ha riferito in un primo momento che effettivamente ciò sia previsto, per poi rimangiarsi la parola.
L’importanza di avere una linea più flessibile fra Trieste e Monfalcone, del resto, è sotto gli occhi di tutti: continuare a prendersela con l’evento “imprevedibile” (come il guasto di un treno) equivale a camminare con una scarpa bucata, prendendosela con la pioggia, quale “evento imprevedibile” se ci si bagna: una simile forzatura è semplicemente offensiva per l’intelligenza di tutti, passeggeri in primis, tenuto conto dell’evidenza di anni di ritardi amplificati da questa situazione.
Purtroppo la grave inazione della Regione nella politica dei trasporti e nella gestione del servizio traspare in tutta evidenza da troppe circostanze (si pensi al fatto che ancora oggi, per due o tre ore, ogni mattina, si subisce il “buco” di treni dovuto alla retriva “interruzione programmata d’orario” per eventuali lavori di manutenzione, cosa inesistente all’estero e già superata in altre regioni italiane semplicemente perché le regioni sono committenti rispetto alle imprese ferroviarie e hanno richiesto che quel “vuoto” sparisse: se la nostra regione si decidesse a chiedere determinate modifiche, l’impresa ferroviaria e gli altri soggetti interessati non potrebbero fare altro che eseguire).
Infine, si osservi che la Regione ha puntato molto sul “nodo intermodale” di Trieste Airport: ancora una volta, però, si ha evidenza del fatto che chi vuole prendere l’aereo farà bene a non servirsi del treno, continuando a usare l’autolinea G51: con disservizi come quello di oggi, l’aereo si perde sicuramente e non c’è anticipo che tenga. Questo fa sì che un investimento della Regione, quanto mai utile e opportuno sulla carta, sia di fatto vanificato dalla grave inaffidabilità dell’esercizio ferroviario e, non a caso, sempre nella stessa tratta.
Ovviamente i disagi odierni hanno interessato anche le linee Trieste – Venezia via Portogruaro e Cervignano – Udine, con ritardi parimenti consistenti.
Auspichiamo al più presto una precisa presa di posizione della Regione nei confronti di RFI, atteso che l’aspetto del miglioramento infrastrutturale della Trieste – Udine rappresenta ormai la priorità, nonché un chiarimento con Trenitalia per definire un protocollo d’intervento snello, tempestivo ed efficiente da utilizzare nei casi di guasti come quelli odierni, in grado da limitare al massimo il disagio agli utenti.

Cordiali saluti.

COMITATO PENDOLARI ALTO FRIULI