Troppo lenta la ripresa dell’edilizia, venerdì 15 lo sciopero nazionale
Si moltiplicano anche in Friuli Venezia Giulia le iniziative dei sindacati delle costruzioni di Cgil Cisl Uil in vista dello sciopero generale nazionale per il prossimo 15 marzo a sostegno del rilancio del settore, che sarà accompagnato da una grande manifestazione nazionale in programma a Roma, in Piazza del Popolo. «Servono politiche industriali, in Friuli Venezia Giulia come a livello nazionale, capaci di far ripartire l’edilizia, la filiera dei materiali e dell’arredo, anche con il sostegno delle banche e delle finanziarie pubbliche, chiamate a sostenere, assieme alle imprese e alle istituzioni, il rilancio di questo settore, fondamentale volano per la ripresa dell’intero Paese». Questo l’appello lanciato dai segretari regionali di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, Emiliano Giareghi, Gianni Barchetta e Massimo Minen, che invitano i lavoratori a una massiccia adesione, «fondamentale per dare un segnale forte al Governo, alle imprese e a tutto il Paese», per uscire da una crisi che in regione è costata oltre 5mila posti di lavoro nel solo settore delle costruzioni e dalla quale il comparto stenta tuttora a riprendersi.
RIPRESA LENTA Analizzando i numeri del settore in regione, i dati delle casse edili evidenziano una ripresa rispetto al 2016, quando di è toccato il punto più grave della crisi. Se due anni fa il settore risultava quasi dimezzato, con quasi 7.000 posti persi rispetto agli oltre 14mila del 2008 e ben 1.200 imprese in meno, rispetto alle 3mila che si contavano prima della crisi, il 2017 e il 2018 hanno visto un’inversione di tendenza: se il numero di imprese resta sostanzialmente stabile, i lavoratori attivi sono aumentati di 1.200 unita, risalendo dai 7.459 di ottobre 2016 agli 8660 di ottobre 2018, ma è un recupero troppo lento ed esposto a mille incognite, in un comparto che ancora stenta a smaltire il doppio choc determinato dal crollo dell’edilizia privata e dalla lentezza degli appalti pubblici.
L’INERZIA DEL GOVERNO I sindacati puntano il dito contro l’inerzia del Governo sulle grandi opere e chiedono di «spendere presto e bene tutte le risorse disponibili per le grandi e piccole opere, necessarie per rilanciare il Paese e per creare nuova occupazione. Bene quindi il piano per l’avvio delle opere di ripristino dopo i danni del maltempo nell’Alto Friuli e nel pordenonese, ma i sindacati i sindacati sollecitano anche un piano straordinario di manutenzione e messa in sicurezza del territorio, l’accelerazione degli interventi per la messa a norma del patrimonio residenziale pubblico, a partire dalle scuole, e il sostegno, attraverso nuovi incentivi anche di carattere regionale, di interventi per la prevenzione antisismica anche degli edifici privati.
PIÙ LEGALITÀ Accanto al rilancio delle politiche industriali per il rilancio dell’edilizia, i sindacati chiedono anche «interventi normativi capaci di sostenere il lavoro di qualità, sicuro e ben pagato, sburocratizzando dove serve e tutelando ciò che funziona anche del Codice degli appalti, a partire dal limite al subappalto, dal rispetto del Contratto collettivo edile, dall’introduzione della congruità contro ogni forma di lavoro nero ed irregolare».