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Un anno di grandi numeri all’Ecomuseo Il Cavalîr di Fagagna

Sessanta scuole, per un centinaio di classi con quasi 3mila alunni alla scoperta della vita contadina a Cjase Cocèl. Quindici guide, professionalmente formate, e una ventina di collaboratori fissi per laboratori e incontri. Oltre 30 grandi eventi organizzati da gennaio a dicembre, tra feste della tradizione, convegni, mostre, concerti e approfondimenti, frutto di un’attività di ricerca e divulgazione vivacissima e incessante. Sono solo alcuni dei numeri che sintetizzano quest’anno dell’Ecomuseo il Cavalîr di Fagagna, all’interno del quale Cjase Cocèl è fulcro e continua ispirazione. «Numeri che raccontano impegno e passione di tantissime persone che a diverso titolo permettono a questa realtà di fare tanto per ricordare e rendere sempre attuali le nostre tradizioni, tenere viva la storia sempre con spirito creativo, d’innovazione e di prospettiva futura», racconta la presidente Anna Baldo, che proprio in questi giorni ha riunito tutta la squadra per gli auguri, alla presenza del sindaco Daniele Chiarvesio.

Alcune attività? La Fieste dal Purcitâr, i convegni sul latte d’asina e sull’allevamento fra tradizione e modernità; e ancora il recupero dell’antico gelseto di San Giovanni in Colle, i concerti in mezzo alla natura, la Festa della trebbiatura e della zucca. Quindi la mostra interattiva su Pinocchio (visibile ancora su appuntamento e che sarà riaperta stabilmente di nuovo dalla primavera all’estate prossima), quella di Ulderica Da Pozzo “Lâ a puartâ il lat”, dedicata alle “donne del latte” e legata anche ai 100 anni della Latteria del borgo Paludo, quella sullo scultore cinquecentesco Pilacorte con l’esposizione, per la prima volta dopo 200 anni, di una delle sue opere, la preziosa statua di Sant’Apollinare custodita nei secoli a Fagagna dalla famiglia Asquini. Numerose anche le presentazioni di libri e di ricerche storiche, la creazione delle mappe di comunità delle frazioni e dei borghi, nonché l’intensa e incessante attività dei laboratori di pittura, ceramica, uncinetto e merletto, «realtà uniche che appassionano tantissime persone, anche i bambini, e ci aiutano a tenere vive espressione artistiche della tradizione e di grande pregio, che sono sfociate anche in una esposizione nell’ambito di Collinarte, per la quale ringrazio nuovamente tutte le insegnanti, qualificatissime, le corsiste e i corsisti che hanno presentato i loro lavori», aggiunge la presidente. Il 2023 è stato un anno davvero intenso, cadenzato come detto dall’attività più tipica, cioè le visite delle scolaresche al museo di Cjase Cocèl, dove bimbi delle scuole di ogni grado vengono accompagnati con i loro insegnanti alla scoperta di un mondo antico «che il museo conserva e rinnova con tanto amore, cura e la professionalità di collaborazioni e confronti costanti con esperti e docenti universitari», chiosa la presidente.