Un Comitato contro i “rumori molesti” della pista di Tolmezzo, la replica dei gestori
Si è costituito nelle scorse settimane un Comitato spontaneo per la tutela dei diritti della salute dei cittadini a seguito dei “rumori molesti” provenienti dalla Pista di Guida sicura di Tolmezzo.
Il Comitato, formato da una decina di persone, nasce dal fatto che “si rilevano nuovamente i rumori molesti già segnalati a suo tempo e distintamente rilevati anche in zone non limitrofe alla pista come nella frazione di Caneva di Tolmezzo, Betania di Tolmezzo, Cavazzo Carnico, Monte Dobis, località Fusea che non rendono più possibile avere una vita normale dettata dai corretti ritmi sonno veglia, lavoro e riposo”.
Viena posta, fra l’altro, l’attenzione su questo tema del rumore che “mina seriamente la salute dei cittadini, già fortemente provati anche dalla pandemia Covid-19 che causa un forte stress emotivo e lascia segni indelebili dal punto di vista psicologico”.
Il Comitato spontaneo attacca anche i gestori dell’APS Reset, sostenendo che la ricaduta economica delle attività è rilevabile solo in capo al gestore (e al Comune per l’affitto dell’impianto) poiché gli utilizzatori arrivano e partono in giornata e mangiano e bevono unicamente presso il chiosco dell’impianto.
Queste e altre considerazioni sono contenute in una lettera inviata alla Procura della Repubblica e, per conoscenza, al sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo e all’APS Reset.
“I carnici non si smentiscono mai – risponde Enrico Radivo, presidente di Reset -. Al dialogo preferiscono spedire raccomandate quasi anonime che parlano di fatti non meglio specificati e sconnessi. Siamo in pista ogni giorno per la manutenzione ordinaria della struttura e per lasciare l’impianto in condizioni perfette al gestore che vincerà il bando nel 2021 e nessuno dei firmatari del neo comitato si è mai fatto vedere per scambiare con me, legale rappresentante dell’associazione gestrice, due parole per capire come stiamo operando”.
Nei mesi scorsi si sono svolte presso l’impianto numerosi eventi sia organizzati direttamente da Reset che da associazioni sportive di tutta la regione, oltre che attività non motoristiche, corsi di guida sicura e attività per disabili e forze armate.
“La nostra associazione è stata incaricata solo di effettuare una gestione in fase emergenziale dell’impianto in quanto il bando di gara è andato deserto – spiega Radivo -. Noi ci limitiamo a raccogliere e programmare le richieste per tutte le realtà locali che richiedono la struttura e ci occupiamo della manutenzione ordinaria con dei ragazzi della zona che preferiscono passare il pomeriggio in pista piuttosto che al bar. Per tutti vale il regolamento imposto dall’amministrazione comunale, che pone dei limiti alle emissioni sonore e agli orari di svolgimento delle attività motoristiche che vengono scrupolosamente rispettati e tutti i fruitori lo leggono e lo sottoscrivono prima di entrare nell’impianto”.
In merito alle critiche sulla ricaduta economica, Radivo afferma che “anche in questo caso era meglio informarsi prima di sostenere una tesi che distorce la realtà. È si presente un chiosco gestito durante gli eventi dall’associazione che deve in qualche modo riuscire a rientrare delle spese per la gestione dell’impianto, ma tutti i prodotti sono acquistati da un grossista locale tolmezzino, così come di Tolmezzo è l’azienda che si occupa della somministrazione di pietanze, sia calde che fredde, durante gli eventi in cui viene richiesto questo servizio, visto che l’associazione non dispone dei mezzi necessari per tali preparazioni. Ma c’è anche un indotto esterno all’area della pista: durante gli eventi di un’intera giornata sono molti i partecipanti che si recano nei ristoranti e nelle pizzerie di Tolmezzo, i WC chimici sono noleggiati da un’azienda tolmezzina e di certo anche i benzinai della zona qualche litro in più lo hanno venduto nei giorni in cui in pista c’erano decine di auto. E c’è di più: la manutenzione straordinaria della recinzione è stata affidata ad una ditta con sede a Tolmezzo e lo sfalcio straordinario della zona ad una ditta friulana. Penso sia palese come la pista, anche se limitata nelle sue attività a causa della pandemia e dal tipo di gestione che possiamo fare, generi un indotto non indifferente”.
Il presidente conclude così: “Mi sembra poi miserabile far leva sul Covid per argomentare una propria opinione. Mi limito a dire che siamo tra le associazioni in prima linea nel sostegno delle amministrazioni pubbliche per arginare la pandemia e non penso che la questione del Covid sia minimamente collegata con l’attività motoristica della pista di guida sicura, che fino a prova contraria finora ha rispettato tutte le rigide normative alle quali è sottoposta. Noi andiamo avanti con le attività anche in questo periodo di difficoltà, visto che le prenotazioni continuano ad arrivare. La nostra associazione ha l’obiettivo di valorizzare ciò che offre il territorio e la pista di guida sicura ha delle potenzialità enormi, ma evidentemente qualcuno non è in grado di guardare oltre il proprio orticello”.