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Un viaggio di 1000 km per due grifoni trasportati dalla Germania alla Riserva di Cornino

Hanno viaggiato per oltre mille chilometri, su un mezzo appositamente attrezzato per il lungo trasferimento: due grifoni recuperati nella Germania centrale nel mese di giugno, a un paio di giorni di distanza l’uno dall’altro, sono arrivati la settimana scorsa alla Riserva naturale regionale del lago di Cornino, dove hanno potuto recuperare pienamente le forze. Le condizioni dei rapaci risultavano complessivamente buone, ma gli esemplari apparivano piuttosto deboli ed è così parso opportuno un loro “soggiorno” nell’oasi specializzata gestita dalla Coop Pavees, presieduta da Luca Sicuro, che ha provveduto all’applicazione delle radio satellitari sugli uccelli, un maschio e una femmina, entrambi dal peso superiore agli 8 kg.

L’installazione del radio satellitare

«L’operazione – informa il direttore scientifico della Riserva, Fulvio Genero – è stata condotta in collaborazione con vari istituti e associazioni, in particolare il Parco Nazionale di Kellerwald Edersee, la clinica veterinaria di Giessen Ludger Kluthausen, l’ufficio veterinario di Waldeck-Frankenberg e il Centro Edersee Griffon Vulture Observatory. Tutte queste realtà si sono preoccupate di reinserire al più presto in natura i due individui, in un’area sicura e controllata, nella quale fossero già presenti colonie della loro specie». E la scelta è appunto ricaduta sulla Riserva di Cornino, grazie alle garanzie fornite per la stessa dal Centro di Vienna per la conservazione degli avvoltoi. I tedeschi hanno organizzato il trasporto, impegnativo e costoso. 

Nel pomeriggio di mercoledì 18 settembre la liberazione: dal punto di alimentazione gli esemplari si sono involati, prendendo rapidamente quota e dimostrando ottima forma. I loro spostamenti saranno seguiti tramite i monitoraggi effettuati in Riserva e con i dati forniti dalle radio satellitari.  L’importanza dell’intervento viene sottolineata dal vicesindaco di Forgaria con delega alla Riserva Luigino Ingrassi, che evidenzia come il sito sia «ormai diventato un punto di riferimento scientifico su scala europea».