Una mostra a Tolmezzo per celebrare i 300 anni dalla nascita di Domenico Schiavi
“Domenico Schiavi 300 anni di memoria tra arte e architettura”, mostra celebrativa del tricentenario della nascita dell’architetto tolmezzino, sarà inaugurata sabato 16 giugno alle ore 18 a Tolmezzo.
L’esposizione, che dà conto della vivacissima attività di Domenico Schiavi tra il 1740 e la fine del secolo, è allestita a Palazzo Frisacco (sala Arturo Cussigh, in via Renato Del Din 7) ed è promossa dall’Unione degli Istriani in partenariato con la Regione Friuli Venezia Giulia e il Comune di Tolmezzo; vede anche il contributo del Comune di Pieve di Cadore e la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, dell’Arcidiocesi di Udine e della Diocesi Belluno-Feltre.
Si tratta di una rassegna di carattere documentale che intende valorizzare l’opera e la figura di Schiavi nell’ambito delle celebrazioni per il tricentenario della sua nascita, offrendo innanzitutto ai visitatori lo stimolo per approfondire la conoscenza rispetto alla straordinaria operosità di questo insigne architetto e della sua industriosa famiglia.
Domenico Schiavi, nato a Tolmezzo nel 1718, fu l’architetto più attivo nel Settecento in Friuli e in particolare in Carnia. A lui vanno attribuite numerose realizzazioni, a partire dalla villa di Jacopo Linussio al quale si deve anche la committenza, allo stesso Schiavi, della progettazione del nuovo duomo.
Al 1768 risale invece il suo intervento per la costruzione della parrocchiale di Majano, oggi non più esistente essendo stata demolita a seguito dei gravi danni subiti dal terremoto del 1976, e al 1770 quello per la progettazione della nuova fabbrica della pieve di Tricesimo. All’opera dello Schiavi si devono anche la piccola Beata Maria Vergine della Neve a Ursinins Grande e la parrocchiale di Forni di Sotto.
Numerose sono le chiese che, in attesa di studio e della conferma di nuovi documenti, vengono attribuite alla sua attività, come ad esempio la parrocchiale di Raveo la quale deve però l’aspetto attuale all’intervento novecentesco di Girolamo d’Aronco. Tra le costruzioni attribuite si ricordano inoltre la chiesa di San Martino a Villa di Verzegnis, il disegno per la chiesa abbaziale di Moggio, la parrocchiale di San Daniele a Cavazzo Carnico e la chiesa della vicina Cesclans, edifici tutti rispondenti ai modi dello Schiavi.
All’elenco delle opere dell’architetto tolmezzino, che resta aperto ad integrazioni, si aggiungono le parrocchiali di Cercivento e di Rigolato e il progetto della chiesa di San Martino a Cividale. In particolare, tra le opere non documentate, va ricordata la chiesa di Sant’ Ulderico a Sutrio. Schiavi fu attivo anche in Istria, a lui sarebbero riconducibili i progetti relativi alle chiese parrocchiali di Pinguente (con elaborazioni successive operate dall’architetto Filippo Dongetti), di Visignano, di Grisignana ed alcune opere di restauro nel Duomo di Capodistria.
La mostra, che rientra nelle iniziative per il tricentenario realizzate nel corso dell’anno, tra cui anche la pubblicazione del primo volume dedicato alla storia dell’architetto Schiavi e della sua famiglia, ospiterà 30 pannelli, alcuni dei quali riprodurranno anche dei documenti inediti tra cui un manoscritto conservato dai discendenti.
La rassegna, progettata da Massimiliano Lacota con il coordinamento di Gianluca Paron, potrà essere visita fino al prossimo 7 luglio dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19 tutti i giorni, eccetto il martedì.