Unioni intercomunali, depositato il terzo ricorso al Tar
di DAVID ZANIRATO
Nuova puntata nella querelle sulle Unioni territoriali intercomunali. Oggi a Udine 27 sindaci di altrettanti comuni ricadenti nelle sei Uti commissariate dalla Regione (tra cui Gemonese e Valli del Fella), hanno annunciato il deposito in un terzo ricorso al Tar (dopo i due sottoscritti contro la legge di riforma degli enti locali da 56 primi cittadini), chiedendo che si annullino la delibera della Giunta regionale che ha portato alla nomina dei commissari in sostituzione delle conferenze dei sindaci per far approvare gli Statuti, nonché della delibera con la quale si sono fissati i criteri per tali azioni. A sostenerli anche stavolta gli avvocati Enrico Bulfone e Teresa Billiani.
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A tale annuncio ha fatto seguito l’informativa che nemmeno la data del 10 febbraio prossimo sarà quella utile per apprendere delle prime decisioni del Tar. E alla luce di tutto ciò è arrivata una nuova dura presa di posizione dei sindaci ricorrenti con i portavoce Pier Mauro Zanin (Talmassons), Renato Carlantoni (Tarvisio) e Pierluigi Molinaro (Forgaria nel Friuli) che hanno invitato la Giunta Serracchiani a schiarirsi le idee: “Se, come vanno sostenendo, la loro riforma è “benedetta” da fior fior di costituzionalisti allora vadano fino in fondo e proseguano con l’iter dei commissariamenti degli 80 Consigli comunali che l’hanno bocciata. Altrimenti, se come auspichiamo, si sono finalmente resi conto che questa legge non funziona, la ritirino e noi siamo disponibili a sederci attorno ad un tavolo per riaprire un confronto costruttivo che rimetta al centro le aggregazioni di funzioni ispirandosi alla normativa nazionale di Del Rio”.
Tra i vari interventi poi si sono segnalati quelli di Paolo Urbani, sindaco di Gemona del Friuli che ha ricordato la penalizzazione subita dal suo comune in fatto di peso decisionale previsto dallo Statuto approvato dal Commissario: “siamo alle comiche finali, ed in me c’è molta amarezza, sia nel vedere tanti sindaci che per il bene dei loro cittadini continuano a lottare per far rinsavire la Regione, ma anche nel constatare che altri colleghi che magari a microfoni spenti ci danno ragione, poi abbassano la testa di fronte alle promesse di qualche finanziamento regionale”.
Ed ancora i sindaci di Martignacco Zanor, e di Pasian di Prato, Pozzo, che hanno fornito ulteriori dati di fatto rispetto alle falle della legge regionale: “per il comune di Udine sarà un disastro, 300 dei 900 dipendenti in capo al Municipio, dei quali diversi PO e dirigenti, dovranno occuparsi di una Unione nella quale ci sono realtà come le nostre che non presentano le medesime caratteristiche di organico. I corsi di formazione organizzati per loro tra l’altro sono già stati sospesi, siamo alla follia”.