Venuti (Fim Cisl Alto Friuli): «Fermiamo lo stillicidio di infortuni sul lavoro»
Non più tardi di mercoledì scorso un ventunenne è stato coinvolto in un grave infortunio in una azienda di Majano mentre questo pomeriggio è arrivata la tragica notizia della morte a Lauzacco di Pavia di Udine di un 18enne che si trovava in un’azienda metalmeccanica per un progetto di altermanza scuola-lavoro.
“Gli infortuni sul lavoro non sono mai una fatalità – dice Fabiano Venuti, referente dell’Alto Friuli per i metalmeccanici della CISL-. La prevenzione parte dall’analisi minuziosa dei rischi e dal rispetto delle norme sulla sicurezza”.
Le più recenti analisi dei dati sull’andamento degli infortuni elaborate dall’Inail sanciscono un importante incremento di casi nella nostra regione. Nel settore dell’ industria metalmeccanica il dato si attesta a 1339 infortuni nel periodo gennaio-novembre 2021, in netto aumento rispetto alle 1215 denunce del 2020 per lo stesso periodo.
Per quanto riguarda la fascia d’età tra 20 e 24 anni, il dato fornito dall’ente assicurativo, che in questo caso però si riferisce a tutti i settori, raggiunge le 1171 denunce d’infortunio nel 2021 contro 898 del 2020, sempre nel periodo gennaio-novembre. Il dato è in linea con la tendenza generale, ma colpisce ancor di più perché ad esserne vittima è la fascia d’età dei lavoratori più giovani, quella cioé che si è appena affacciata al mondo del lavoro.
“La sicurezza sul lavoro non può essere sacrificata sull’altare della ripresa economica e manifatturiera che si comincia ad intravedere in alcuni settori – aggiunge Venuti -. E’ necessario che gli organi ispettivi vigilino sui luoghi di lavoro e dove è necessario sanzionino le aziende inadempienti. Contestualmente bisogna promuovere e sostenere la sicurezza come vero e proprio patrimonio culturale da trasmettere alle future generazioni, non solo nei luoghi di lavoro ma anche tra le mura domestiche e nel tempo libero”.