Via libera alla nuova legge regionale sull’acqua e i rifiuti
“Un’altra riforma che maggioranza e giunta di questa Regione sono riuscite a realizzare, in questo caso con un significativo consenso dell’aula consiliare allargato ai confini del centrosinistra”. Queste le parole dell’assessore regionale all’Ambiente del Friuli Venezia Giulia, Sara Vito, a margine dell’approvazione da parte del Consiglio regionale della legge sull’organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.
“Oggi – ha dichiarato l’assessore Vito – abbiamo concluso un percorso importante che rafforza la governance pubblica nel sistema regionale della gestione di acqua e rifiuti. Sistema che prima era fermo. Bloccato. Adesso si apre l’opportunità strategica di far crescere in maniera armonica l’intero ambito del Friuli Venezia Giulia, esportando – nel caso del servizio idrico – le eccellenze, come quella della provincia di Gorizia, a tutto il territorio regionale”. “Da domani – ha aggiunto l’assessore – inizia la parte operativa della riforma con l’istituzione della Cabina di regia, che conferirà ruolo e rappresentanza ai sindaci in un settore essenziale dell’erogazione dei servizi pubblici”. “La mia soddisfazione – ha concluso l’assessore Vito – è che il risultato è stato ottenuto attraverso un gioco di squadra, i cui protagonisti hanno avuto come obiettivo quello di ridare ai Comuni la centralità e forza per rappresentare al meglio le esigenze e le aspettative di qualità della vita che hanno i cittadini della nostra Regione”
LE POSIZIONI DELLE VARIE FORZE POLITICHE IN CONSIGLIO REGIONALE
Dopo le dichiarazioni finali, il Consiglio si è espresso con un accoglimento a maggioranza della proposta di legge n. 135. A votare a favore tutto il centrosinistra, con però l’astensione di Pustetto (Sel), così come astensione è stata espressa da Riccardi e Novelli per FI, all’opposto anche Ncd e AR si sono detti d’accordo. Contrari fino in fondo i 5 grillini.
Prima della votazione conclusiva, l’Aula aveva approvato uno solo degli ordini del giorno presentati, il numero 14 presentato da Colautti (Ncd) e poi firmato da tutti i capigruppo ad esclusione di quello del Movimento 5 Stelle, e dal relatore di maggioranza Boem (Pd). L’impegno della Giunta sarà di attivare ogni iniziativa utile per giungere a una intesa con il Veneto in merito alla realizzazione di un Ambito interregionale di gestione integrata dei rifiuti urbani, nonché di fornire all’Autorità unica Ausir le linee guida per realizzare il processo di collaborazione interregionale suddetto.
“Il provvedimento sull’organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti è necessario sia in quanto punta a mettere ordine alla gestione dei servizi superando l’eccessiva frammentazione, sia perché così interviene una gestione equilibrata attraverso una programmazione degli investimenti”. Questo il commento del presidente del gruppo di Ncd in Consiglio regionale, Alessandro Colautti, alla proposta di legge n. 135 per tutto il giorno in votazione in Aula. La scommessa – precisa Colautti – sarà la nascita dell’Authority regionale per dar vita a un Piano industriale autosostenibile.
“Altro che privatizzare e spostare i centri decisionali, con questa legge, nella generale razionalizzazione del sistema di governance, diamo più poteri ai sindaci perché all’interno dell’Autorità unica per i servizi idrici e i rifiuti (AUsir) saranno affiancati da una competente struttura tecnica che li supporterà nelle decisioni strategiche. Sul tema c’è una grande confusione nella quale si insinuano le mistificazioni di chi sventola ingiustificate paure legate al tema dell’acqua come bene pubblico”. A dirlo, Vittorino Boem (Pd), relatore di maggioranza della proposta di legge n. 135 “Organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”, presentata il primo febbraio scorso insieme ai capigruppo di maggioranza: Diego Moretti (Pd), Giulio Lauri (Sel) e Piero Paviotti (Cittadini).
L’INALIENABILITA’ DEGLI ACQUEDOTTI
in Consiglio regionale, durante l’approvazione della legge sul servizio idrico integrato e il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, è stato approvato un emendamento del MoVimento 5 Stelle che riafferma il principio dell’inalienabilità degli acquedotti.
“Purtroppo si tratta solo di una goccia positiva in un mare di cattive notizie – spiegano i portavoce del Movimento 5 Stelle Bianchi, Dal Zovo, Frattolin, Sergo e Ussai -. La Giunta Serracchiani e il Consiglio regionale oggi hanno bocciato persino alcuni principi di sostenibilità nell’uso dell’acqua e nella gestione dei rifiuti che sono ormai dati per assodati in tutto il mondo.
“Abbiamo chiesto – per esempio – che l’uso dell’acqua, nel medesimo corpo idrico superficiale o sotterraneo, debba essere soggetto ad alcune priorità di utilizzo come l’alimentazione, l’igiene umana, l’irrigazione delle colture, l’alimentazione animale, l’utilizzo industriale e la produzione di energia. Una proposta troppo “estrema” bocciata dal Consiglio. Così come è stata bocciata l’ipotesi che, per garantire il quantitativo minimo vitale, l’erogazione giornaliera di acqua non fosse inferiore a 50 litri per persona”.
“Stessa ottusità anche in materia di gestione dei rifiuti – spiegano i pentastellati -. Un esempio? Abbiamo proposto che fosse la Regione a promuovere la filiera del riciclo, diretta a raccolta, trattamento e commercializzazione della frazione secca dei rifiuti solidi urbani nonché di quelle frazioni di rifiuti speciali che hanno un mercato, che possono cioè essere recuperate o reimpiegate in altri processi produttivi. Un cocktail di idee troppo rivoluzionarie per il Friuli Venezia Giulia!.
“Questa legge, invece, sta gettando le basi per consentire ai grandi gestori privati di speculare sull’acqua pubblica anche nella nostra regione. E i cittadini dovranno affrontare bollette sempre più care. Purtroppo, come ha messo in luce “Cittadinanzattiva”, il fenomeno è già in atto; basti pensare che dal 2007 al 2014 a Trieste le tariffe sono aumentate del 68,6%, a Gorizia dell’82,1%, a Udine del 70,5% e a Pordenone addirittura del 110,7%. Qui bisogna ricordare che nel 2015 la spesa media in Italia è stata di 376 euro a persona. Soglia già superata a Trieste dove ogni cittadino ha pagato ben 398 euro. Gorizia (315 euro), Pordenone (276 euro) e Udine (225 euro) sono sotto la media, ma non è difficile ipotizzare che questo scenario sia destinato a peggiorare nei prossimi anni.