Via libera all’ingresso provvisorio nel Consiglio delle Autonomie Locali di Gemona, San Daniele e Tarvisio
Il Consiglio delle Autonomie locali ha dato il via libera all’ingresso provvisorio nella propria rappresentanza dei Comuni di Codroipo, Gemona del Friuli, Monfalcone, Sacile, San Daniele del Friuli e Tarvisio, ovvero i Comuni più popolosi tra quelli che, non avendo aderito alle Unioni territoriali intercomunali, erano rimasti esclusi dalla rappresentatività del Consiglio.
È l’intesa raggiunta ieri sera all’unanimità sulla norma transitoria proposta dall’assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti (nella foto); il Consiglio ha invece chiesto un approfondimento sui criteri proposti dal medesimo disegno di legge (approvato lo scorso 6 luglio dalla Giunta regionale) per quanto attiene il superamento dell’attuale composizione del Cal, fondata sulle Uti, con una rappresentanza territoriale che invece faccia riferimento alle circoscrizioni previste per l’elezione del Consiglio regionale e per fasce di popolazione. “Sono disponibilissimo al dialogo e ci prenderemo tutto il tempo necessario per confrontarci con tutti i Comuni” ha assicurato Roberti, ribadendo però che “l’esigenza della Regione è che il Cal sia rappresentativo di tutti i Comuni anche quelli fuori Uti, perché vogliamo discutere la nuova norma sull’assetto degli enti locali con un organo che sia espressione di tutto il territorio”.
Il prossimo 26 luglio, data in cui è stata calendarizzata la discussione in Aula del disegno di legge, verrà quindi stralciata la parte della proposta che fissa i nuovi criteri di nomina dei componenti del Cal e verrà affrontata solo la norma transitoria. Nel frattempo, il Cal proporrà un approfondimento alla propria I Commissione, che prenderà in esame proposte alternative, come quella giunta ieri dal sindaco di Staranzano, Riccardo Marchesan (Uti Carso Isonzo Adriatico) che invita a fare riferimento ai 18 ambiti socio-assistenziali e con l’eventuale introduzione di un voto ponderato per i comuni più popolosi.
Dal dibattito è emersa anche la posizione del segretario regionale dell’Associazione dei comuni italiani (Anci), che ha auspicato una più organica e complessiva riforma del sistema delle rappresentanze locali che includa anche l’Anci stesso. L’Unione nazionale dei comuni, comunità e enti montani (Uncem), invece, tramite un documento letto in aula dal presidente del Cal, Andrea Carli, ha definito “intempestiva” la modifica della composizione del Consiglio e reputato prioritario definire le linee guida del nuovo assetto degli enti locali. Sull’integrazione provvisoria del Cal con i Comuni non aderenti ad alcuna Uti, l’Uncem si è detta favorevole purché i rappresentanti siano individuati da tutti i Comuni non aderenti a Uti e vi sia una adeguata rappresentanza dei Comuni montani. Nella seduta di ieri il Cal ha anche espresso parere favorevole, con 13 voti a favore e 1 contrario (Uti Agroaquileiese) al nuovo regolamento per l’assegnazione agli Enti locali delle risorse per la concessione ai cittadini di contributi per la sicurezza delle case di abitazione. Il testo rinnovato ha introdotto un nuovo requisito di accesso per i cittadini richiedenti, ovvero la residenza sul territorio regionale ad almeno 5 anni anziché gli attuali 24 mesi. La ratio della norma, come ha sottolineato l’assessore Roberti è “privilegiare nell’accesso ai fondi chi da più tempo risiede sul territorio regionale”.
Il Cal ha anche discusso le modifiche al programma annuale immigrazione, che, come deliberato dalla Giunta regionale, prevedono il taglio di quasi 1,2 milioni di euro (di cui oltre 618 mila per il 2018 e 535 mila per il 2019) ai progetti di accoglienza e integrazione dei migranti attivati dagli Enti locali. Su questo punto il dibattito ha evidenziato una distanza incolmabile tra le posizioni della Regione e di altri comuni (in particolare del sindaco di Udine, Pietro Fontanini) e quella dei Comuni che hanno già avviato i progetti. Questi ultimi hanno chiesto il mantenimento della copertura finanziaria fino alla definizione delle nuove politiche regionali sull’immigrazione, per non interrompere le progettualità in corso considerate efficaci. L’assessore Roberti ha invece ribadito che “l’indirizzo politico della Regione è netto: non intendiamo proseguire nel sostegno ai progetti di integrazione dei migranti”. Secondo Roberti “il taglio ai fondi regionali è indispensabile; i Comuni che ritengono di dover avviare progetti simili possono ricorrere a risorse proprie”. Al termine del dibattito, pertanto, il Cal ha espresso parere negativo su questo provvedimento, con una votazione conclusasi con un voto favorevole (Udine), 3 astensioni e 9 contrari.