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Viabilità in Carnia, Craighero (Pd): «La Regione sia concreta e riveda le priorità»

“Dopo sei anni dalla chiusura del ponte sul Fella la Regione, per bocca del Vicepresidente del Consiglio Stefano Mazzolini, ci fa sapere che bisogna accelerare. Dopo sei anni di richieste da parte del territorio per ottenere soluzioni e tempistiche certe e rapide, veniamo posti di fronte a un vuoto proclama propagandistico da parte di chi ha la responsabilità di mettere in atto quelle soluzioni efficaci ed efficienti ampiamente invocate, risultando per l’ennesima volta già largamente fuori tempo massimo”. Lo afferma l’ex assessore tolmezzino Marco Craighero, attuale responsabile Montagna nella Segreteria regionale Pd.

Per l’esponente dem “è solo un’ulteriore dimostrazione dell’approccio del nostro Governo regionale alle problematiche della montagna: annunci spot, selfie, azioni poste in essere solo come fanalino di coda nella lista delle priorità nel panorama regionale, tempistiche incerte, mancanza di programmazione e di visione complessiva del territorio, presa in carico delle questioni solo nelle fasi emergenziali con clamorosi ritardi, per di più, nel caso attuale, cercando di far passare un tardivo stanziamento economico che è il minimo sindacale e un altrettanto tardivo, quanto dovuto, incontro istituzionale, come un grande risultato e un’importante concessione agli abitanti della montagna”.

“Il ponte sul Fella – indica Craighero – la strada di Pissebus, la strada della Vinadia (arteria secondaria ma rilevante), la necessità di interventi migliorativi per la sicurezza sulla viabilità tra Mediis e Ampezzo e su quella verso Sappada, oltre ovviamente alla cruciale questione di Monte Croce, sulla quale i ritardi e la confusione sono stati emblematici nei mesi scorsi, cui si aggiungono ora i disagi sull’abitato di Arta Terme e sulla frazione tolmezzina di Cadunea. Sono solo alcuni esempi di piccole e grandi criticità irrisolte, di gestioni superficiali e di questioni aperte sul nostro territorio in tema di viabilità, il tutto mentre si spendono 3 milioni per la rotonda in prossimità del Ponte Avons, la cui priorità, se non proprio la sua necessità, è quantomeno dubbia”.

“Se da un lato è apprezzabile l’interessamento tempestivo sulla recente frana nell’Alta Val Pesarina – osserva il responsabile Montagna – tuttavia dall’altro è evidente che un caso che pare positivo sia l’eccezione che conferma la regola. Peraltro sempre più spesso si rilevano fenomeni legati al dissesto e alle conseguenze degli eventi atmosferici, acuiti dal cambiamento climatico. Anziché di ulteriori opere impattanti ad alta quota o di nuovi impianti sciistici in bassa quota, la Carnia e la montagna friulana tutta necessitano di un serio piano per la messa in sicurezza dal punto di vista idrogeologico e assieme ad esso di un ragionamento complessivo sulle priorità in termini di viabilità che tenga conto del contesto e dell’ambiente in cui si opera”.

“Servono investimenti seri e strutturali, che agiscano nell’ottica della prevenzione e sullo sviluppo organico del territorio. Aspettiamo dunque la fine del tempo della propaganda e – conclude Craighero – l’inizio di un vero bagno di realtà”.