Visita istituzionale a Prato Carnico per Debora Serracchiani
Attenzione alle necessità espresse dalla comunità locale, come l’investimento per il recupero del comprensorio dove potrà sorgere il nuovo Museo dell’orologio e del tempo. Ma anche ascolto delle necessità avanzate dagli imprenditori che operano in quest’area delle “terre alte”.
Sono stati questi i due temi al centro della visita istituzionale di oggi della presidente della Regione Debora Serracchiani in val Pesarina e, in particolare, al comune di Prato Carnico. Alla presenza del sindaco Verio Solari, dei componenti della Giunta e del Consiglio comunale, sono stati affrontati alcuni aspetti che interessano l’acquisizione e la sistemazione di un vecchio edificio dove potrebbe essere realizzato il Museo del tempo. La struttura, edificata negli anni ’40 e ora di proprietà della Comunità montana, in passato era stata adibita a cinema.
Oltre all’aspetto espositivo “al suo interno – ha detto la presidente al termine del sopralluogo nell’edificio – potrebbe iniziare anche un percorso importante di natura didattica con le scuole”. Un settore questo, che andrebbe ad aggiungersi a quello in parte già svolto dal museo temporaneo, “ampliando così la platea dei molti visitatori che già raggiungono questa zona non solo per ammirare gli splendidi orologi ma anche per capire come funziona il corso del tempo”. L’ampliamento dell’attività consentirebbe così di incrementare le presenze annuali al museo, passando dalle attuali 10 mila alle 40-50 mila stimate, con evidenti ripercussioni positive anche sull’aspetto turistico.
Nel corso della visita a Prato Carnico, Serracchiani ha anche avuto modo di incontrare i titolari di alcune realtà produttive locali insediate nella zona artigianale. Tra queste la Lampor, impegnata nel settore dell’automotive, e la “Solari Pino e Vero” dedita alla sistemazione di grande orologeria. Le due aziende danno insieme occupazione a circa una trentina di persone della zona, delle quali i due terzi sono donne.
Un passaggio è stato quindi compiuto anche alla New Project che si occupa di occhialeria per griffe prestigiose a livello internazionale (20 operai) e alla ditta artigianale dei fratelli Michele e Alessandro Leita, impegnata nella riparazione e costruzione di strumenti musicali in legno.
“Queste realtà – ha detto Serracchiani al termine della visita – sono un sapiente mix di tradizione e innovazione, caratteristica tipica di questa zona del Friuli ma anche del resto della regione”. Per la particolarità del territorio e per le difficoltà che può incontrare chi opera in montagna “è necessario – ha aggiunto la presidente – avere nei loro confronti una specifica attenzione. Qui ci sono infatti aziende di grande rilievo che compiono importanti investimenti non solo sulla produzione ma anche e soprattutto sui lavoratori e quindi sul territorio, mantenendo in queste zone la loro attività. Di tutto questo – ha concluso Serracchiani – la Regione ne è consapevole e deve aiutare chi investe in questa area del Friuli Venezia Giulia, scommettendo in un percorso che ha una grande valenza per la montagna”.