Wolf, in arrivo nuovi investimenti per potenziare lo stabilimento di Sauris
Si chiude con numeri positivi il bilancio consuntivo 2018 di Wolf Sauris. Il conto economico dell’azienda carnica, specializzata nella produzione di insaccati di qualità, fa registrare un fatturato di 14 milioni e 300 mila euro, in crescita rispetto al 2017, quando aveva toccato i 13 milioni e 700 mila. «Quello appena trascorso è stato un anno difficile per il comparto e siamo molto felici di aver chiuso con questo risultato – commenta Stefano Petris, amministratore delegato di Wolf -. I nuovi prodotti hanno dato una grande mano: la linea di speck “Nonno Bepi” ha portato un ottimo contributo in questa crescita, molto bene sta andando anche il nuovo stinco di Sauris cotto alla brace lanciato a fine 2018».
Prosegue, dunque, il trend positivo dell’impresa carnica, una realtà sempre più consolidata. E questo, nonostante i dati di settore non siano sempre incoraggianti: nel quarto trimestre dello scorso anno, secondo quanto riportano i numeri forniti dal Centro Studi della Camera di Commercio di Pordenone-Udine, elaborati su dati Stockview, le localizzazioni attive (sedi e filiali) delle attività che si occupano di lavorazione carni in varia forma – compresi, dunque, prosciuttifici e salumifici – in regione sono 164, contro le 192 del 2011. In provincia di Udine, alla fine del 2018, c’erano 112 attività economiche attive (erano 10 in più nel 2011), per un totale di 977 addetti sui 1.284 del Friuli Venezia Giulia. Il comparto opera in misura significativa con l’estero: nei primi nove mesi del 2018 (gennaio-settembre) il Friuli Venezia Giulia ha esportato prodotti dell’agroindustria per 553 milioni di euro (lo stesso valore di un anno fa). Il prodotto “Carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne” pesa per il 13% e costituisce insieme al vino, ai prodotti da forno e farinacei, e al caffè la merce più esportata dell’agroindustria regionale. In termini reali il Friuli Venezia Giulia ha esportato nel periodo gennaio-settembre 2018 “Carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne” per 75 milioni di euro, +9,4% rispetto al 2017. Wolf, che ha una percentuale di export inferiore alla doppia cifra, ha 58 dipendenti diretti.
L’azienda di Sauris, in questi anni, ha saputo rimanere sulla cresta dell’onda: «Questo – evidenzia Petris – per tre fattori. Il primo è il ricambio generazionale: noi siamo riusciti a portarlo avanti, rimanendo in linea con le nuove richieste del mercato. Altre realtà, purtroppo, non sono riuscite a fare altrettanto. In secondo luogo, la visione corretta del futuro si attua soltanto attraverso gli investimenti, sia per rispettare le norme igienico-sanitarie, sia per ottimizzare il flusso di lavoro interno in fase di produzione. Ma è, soprattutto, una questione di mentalità». E il terzo fattore? «Qualche realtà storica è sparita – è l’analisi dell’amministratore delegato della realtà produttiva di Sauris – perché assorbita da grossi gruppi che si occupano di agroalimentare, soprattutto quelli specializzati in prodotti di nicchia».
Nonostante gli ottimi risultati maturati durante questi ultimi 10 anni – non soltanto incremento del fatturato, ma anche mantenimento della forza lavoro -, Wolf è pronta a crescere ancora: «Nel 2019 proseguirà a passo spedito l’ampliamento dello stabilimento di Sauris – conclude Petris -. Ammoderneremo sia la struttura, sia il 50% circa degli impianti di produzione. Finora abbiamo messo in campo 1 milione e 200 mila euro, ma entro il prossimo anno, quando il restyling del capannone sarà concluso, investiremo circa 2 milioni e mezzo».